di Salvatore Claudio Sgroi
Per
chi segue la domenica su "RAI-1 mattina" la rassicurante rubrica delle
8h30 di Francesco Sabatini, "Pronto soccorso linguistico", sa che a
un certo punto della trasmissione è previsto il momento dell'"Errore"
(televisivo, cartaceo ecc.) segnalato da un telespettatore, che chiede se un
certo uso linguistico è errato oppure no. A cui segue la meditata risposta di
Sabatini, che secondo i casi avalla o meno il giudizio di condanna di
quell'uso, con argomentazioni diverse, per lo più di tipo storico, etimologico,
logic(istic)o, a volte anche di chiarezza comunicativa.
Quando
manca una definizione esplicita di cosa sia l'ERRORE, ovvero se una forma è
aprioristicamente definita errata, se ne deduce che l'Errore è sempre (o
prevalentemente) un uso linguistico altrui, diverso
da quello proprio, la cui diversità è percepita come elemento di disturbo,
tendenzialmente da eliminare o normalizzare.
Nella
trasmissione di ieri, domenica 15, l'esempio dell'errore ha riguardato la frase
colta in bocca ad una nota (e bravissima) giornalista, la triestina Giovanna Botteri
(classe 57), che ha detto: "vari capi di stato hanno già congratulato
Biden per la sua vittoria su Trump", con congratulare verbo transitivo, in luogo del più canonico
pronominale "si sono congratulati con Biden". Una frase che aveva
colpito anche me quando l'avevo sentita (e annotata) il 7 nov. in TG3 ore 19.
L'origine
di una forma "diversa" da quella che ci è consueta si può ricondurre
essenzialmente a due motivazioni: o (i) si tratta ("Regola 1") di una
innovazione "interna" al sistema linguistico e ai suoi utenti, oppure
(ii) è dovuta ("Regola 2") all'influenza, alla
"interferenza" di un'altra lingua, solitamente di prestigio
culturale, politico, economico, ecc. superiore.
La
spiegazione di Sabatini è stata quella di riportare tale uso alla
"tendenza dell'italiano a rendere transitivi i verbi intransitivi". E
quindi di fornire una spiegazione "endogena", interna all'italiano
(Regola-1) Congratularsi è, stando al Sabatini-Coletti (2007), verbo pronominale (per De Mauro 2000 anche
"pronominale intransitivo"), senza dire che la forma congratulare nell'uso "antico"
(e "lett." per De Mauro) era anche intr., così in Dante. E ha
giudicato tale uso un uso errato.
Rispetto
alla generica spiegazione della tendenza di transitivizzare gli intransitivi (Regola-1),
il sospetto che tale uso sia dovuto all'anglo-americano (Regola-2), è stato
quasi naturale anche perché colto in bocca a una giornalista non solo anglofona
ma che "dal 2007 al 2019 è stata corrispondente dagli Stati
Uniti",
prima di essere "dal primo agosto 2019
corrispondente Rai in Cina" (Wikipedia).
E
in effetti il Dizionario Inglese-Italiano
Italiano-inglese del Ragazzini (Zanichelli 2017) alla voce congratularsi "v. i. pron." fa
corrispondere come traducente ingl. il transitivo "to congratulate (sd. on st.)" con l'esempio: "Mi congratulai con lui per la promozione, I congratulated him on his promotion".
Il Merriam-Webster's Collegiate
Dictionary (200311) da parte sua indica l'etimo diacronico di congratulate nel "L[atin] congratulatus, pp. of congratulari to wish joy",
datandolo 1539.
Nel
corso della trasmissione di Sabatini un altro spettatore ha osservato di aver
sentito in bocca a un virologo l'espressione "è bene quarantenarsi", cioè 'mettersi in (auto-)isolamento', per un periodo di 15 giorni, se non proprio di 40' con
riferimento a chi è stato contagiato dal covid, e ha chiesto se tale verbo sia
corretto visto anche "che manca nei vocabolari".
Per
Sabatini la risposta è stata che è opportuno dire "mettersi in
quarantena", pur essendo i verbi denominali diffusi in italiano, a partire
da Dante. E non solo in italiano.
Anche
in questo caso, si tratta invero (Regola-2) di un anglicismo: to quarantine "to isolate from
normal relations or communication" stando al citato Merriam Webster, databile
al 1804.
Dopo
aver identificato la genesi dell'uso transitivo di congratulare qn. e del denominale quarantenarsi nell'interferenza con l'inglese, ovvero con una
Regola esogena (Regola-2), è legittimo chiedersi normativamente se tali usi siano
corretti o no.
Trattandosi
di usi che certamente non intralciano la comunicazione e soprattutto in bocca a
una giornalista colta e a un virologo, non sembra legittimo esprimere un
giudizio di erroneità.
Resta
tuttavia da definire quanto essi siano diffusi, ovvero per dirla con Saussure,
se si tratta di usi di "parole"
strettamente individuale, quasi "idiolettale".
Se
nel Primo
tesoro della lingua letteraria italiana del Novecento, costituito dai romanzi Strega apparsi
nel sessantennio 1947-2006 (a cura di T. De Mauro
2007),
non c'è alcun esempio di congratulare transitivo,
una scorsa al domenicale del "Sole 24 ore", Venticinque anni di idee 1983-2008, Cd-Rom 2009, consente invece di
reperire due ess. con congratulato al
passivo:
(i) Carla M. Casanova: "e non si sa se van congratulati più loro o la loro insegnante" (Il piccolo Mozart, 26.9.1999).
(ii)
Sylvie Coyaud: "David King [...] ha applaudito i
ricercatori di Oxford, IgNobel per l'igiene, congratulati da Richard Roberts (Nobel per la medicina 1993) per gli studi sui
<Comportamenti di corteggiamento degli struzzi nei confronti degli esseri
umani in allevamenti inglesi>" (Enron
non ritira il premio, 6.10.2002).
Una paziente ricerca in Google (books) potrebbe fornire altri elementi utili. Al riguardo un caro amico glottologo mi segnala un uso secentesco di Paolo Sarpi (1676):
"Scrive al Pontefice benche non congratulato da 'l Noncio.
Il
papa risponde congratulandosi e rievoca l'ordine dato al Noncio di non comparir
inanzi al Doge" (Historia
particolare delle cose passate tra il sommo pontefice Paolo V e...).
Sommario
1. L'evento
televisivo
2. L'errore è (implicitamente)
"il diverso"
3. "Congratulare Biden"
4. L'origine
dell'errore
4.1. "Congratulare qualcuno"
4.2. E quarantenarsi?
5. Uso errato o
corretto?
6. Usi di langue e di parole
Nessun commento:
Posta un commento