Molto
spesso si fa un abuso degli aggettivi buono,
forte e grande perché innumerevoli sono le persone o le cose per le quali viene
spontaneo adoperarli: ma il concetto che tali aggettivi esprimono è troppo vago
e generico. Consigliamo agli amatori della lingua, per tanto, di sostituirli,
ogni qual volta che sia possibile, con un termine piú appropriato. Vediamo
qualche esempio di “abusi”, piluccando qua e là: in corsivo l’aggettivo
“abusato” e in parentesi quello piú appropriato. La grande (vasta) piazza era piena di dimostranti; una volta tanto sii
buono (ubbidiente) e fa quello che ti
chiede tuo padre; sapendo che siete tanto buoni
(generosi, cortesi) ne approfitto per chiedervi un favore; in quel momento
soffiava un vento forte (impetuoso),
che faceva tremare le case; quel giovanotto, invece di scusarsi, ha peggiorato
la situazione commettendo un grande
(grave) errore; quella torta, a fine pranzo, era veramente buona (squisita); l’oratore ha arringato la folla con voce forte (tonante), tra applausi
scroscianti; il fumo che usciva dall’appartamento in fiamme era forte (acre) e disgustoso; bisogna
essere grati a questi forti
(valorosi) soldati che vanno in giro per il mondo a portare la pace; se ti
comporti bene, Dio, che è sommamente buono
(misericordioso), ti perdonerà; il barbone, per una notte, ha trovato
accoglienza, in paese, presso una famiglia che è tanto buona (caritatevole); le ricerche sono state rinviate perché
scrosciava una forte (violenta,
impetuosa, dirotta) pioggia.
***
La
parola proposta da questo portale, tratta da "Doctissimo.it": assazione. Sostantivo femminile con il
quale si indica la cottura dei cibi nel loro sugo, senza aggiunta di altri
liquidi.
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