Il pronome relativo “che” non collocato al posto
giusto nel corpo della proposizione può creare ambiguità (nel gergo linguistico
questo processo si definisce anfibologia)
e i giornali, purtroppo,
sono ‘maestri’ in questo campo. Vediamo, dunque, piluccando qua e là dalla
stampa, come consuetudine, alcuni pronomi ‘che’ mal collocati. In corsivo i che
‘errati’ e in parentesi quelli messi al posto giusto. Il generale che stimò di piú Napoleone (che
Napoleone stimò di piú) fu Massema; lo scopo che si prefigge l’inchiesta (che l’inchiesta si prefigge) è di
scoprire, naturalmente, il colpevole; dentro la gabbia c’era il cagnolino che prediligeva il bimbo (che il bimbo prediligeva):
un barboncino bianco; i fiori che
coltivano i giardinieri (che i giardinieri coltivano) con maggiore cura
sono le rose e i garofani; la belva che
aveva ucciso il cacciatore (che il cacciatore aveva ucciso) era una
magnifica tigre.
giovedì 5 ottobre 2017
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