Premessa: i dialetti sono importanti, non c'è dubbio, perché
fanno parte della nostra cultura. Non comprendiamo, però, la scelta
dell'Accademia della Crusca, in collaborazione con il quotidiano la Repubblica, di farne un
"test" da sottoporre ai lettori. C'è gente che "mastica"
poco la lingua nazionale, e la conferma è data dalle varie inchieste e servizi che, di tanto
in tanto, le televisioni propongono sull'argomento (scarsa conoscenza dell'uso
corretto dei verbi, confusione tra un avverbio e un aggettivo, per non parlare
del famoso "periodo ipotetico"). Un "quiz" sui dialetti non
compromette maggiormente la conoscenza
della lingua italiana?
Ecco le domande sui dialetti.
***
PARTITA – è improprio l’uso di questo sostantivo nell’accezione di gita, svago, festa
e simili. Il cacciatore non va a una partita di caccia, bensì a una gita di caccia. Il
termine è adoperato correttamente solo nel significato di gioco (a carte, a
pallone, a bocce, ecc.) dove i giocatori sono distribuiti tanti per parte (partita, appunto).
MOLTO spesso adoperando la locuzione “essere
cosciente” siamo assaliti da un dubbio amletico: si fa seguire
dalla preposizione “di” o dalla congiunzione “che”? ‘Sono cosciente
“di”...’ o ‘Sono cosciente “che”...’? Quest’espressione
- togliamoci subito il dubbio - si costruisce con la preposizione
“di”, non con la congiunzione “che”: Giovanni era cosciente “di” avere
sbagliato la strada; non “che” aveva sbagliato la strada. Si può ovviare al
dubbio sull’impiego della preposizione o della congiunzione ricorrendo alla
locuzione essere cosciente del fatto che: Giovanni era cosciente
del fatto che aveva sbagliato la strada. Lo stesso discorso per quanto attiene
a “essere consapevole”.
DUE PAROLE sull’uso “distorto” - a nostro modo di
vedere - di un verbo: portare. Alcuni lo adoperano nella
forma intransitiva pronominale (portarsi) - con l’avallo di buona parte dei
vocabolari - nel significato di “andare”, “trasferirsi”, “recarsi”, “spostarsi”
e simili: i passeggeri “si portino” tutti vicino all’uscita; subito dopo
l’incidente i soccorritori “si sono portati” sul luogo del sinistro. A nostro
avviso quest’uso ci sembra se non scorretto o improprio... ridicolo.
Consigliamo agli amatori della lingua di astenersi da quest’uso “distorto”.
SI PRESTI attenzione all’uso corretto dei verbi rabboccare
e riboccare perché molto spesso
vengono considerati l’uno sinonimo dell’altro. Cosí non è. Il primo,
transitivo, significa “aggiungere liquido” fino a colmare il recipiente: l’otre
non è pieno bisogna rabboccarlo. Il secondo, invece, intransitivo,
sta per “esser colmo”, “traboccare”. Nei tempi composti si coniuga con
l’ausiliare “avere” se si prende in considerazione il contenitore: il
bicchiere ha riboccato; l’ausiliare “essere” se interessa il
contenuto: il latte è riboccato. La medesima “regola” per il
sinonimo traboccare.
4 commenti:
A NOSTRO AVVISO QUEST'USO CI SEMBRA (su verbo PORTARE): c'è qualcosa di troppo, che storpia come un sassolino nella scarpa...
Gilberto
Cortese Gilberto,
onestamente non riesco a "cogliere" la sua osservazione.
Cordialmente
FR
Mi spiego.
- A nostro avviso quest'uso sembra - senza CI
- Questo avviso ci sembra - senza A NOSTRO AVVISO.
Gilberto
Sí, forse è una forma un po' ridondante, ma non mi sembra sgrammaticata (o agrammaticale).
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