La nostra lingua è ricchissima di parole omofone (che hanno
il medesimo “suono”) e omografe (che si scrivono nello stesso modo) ma con
significato completamente diverso. Alcune di queste parole hanno cambiato di
significato nel corso dei secoli, come nel caso di cretino che ha mutato il
significato originario di “cristiano” in quello di “stupido”, “sciocco”. Può
sembrare irriverente ma è proprio così: in Provenza l'alpigiano era ritenuto,
forse più a torto che a ragione, un “povero cristo”, un “crétin”, un “povero
cristiano”, talmente sempliciotto da essere considerato uno scemo, uno stupido.
La voce “cretino”, dunque, nell'accezione a tutti nota, non è schiettamente
italiana ma francese. Diverso è il caso di fesso, con due significati ben
distinti. Se apriamo un qualsivoglia vocabolario alla voce in oggetto,
leggiamo: “rotto”, "crepato per il lungo" (un vaso fesso, cioè rotto);
“imbecille”, “stupido”. Che relazione intercorre tra l'imbecillità e la
rottura, visto che il termine ‘fesso' presenta queste due accezioni?
Apparentemente nessuna. Proviamo, però, a risalire all'etimologia. Nel
significato di ‘rotto' fesso non è altro che il participio passato (con valore
aggettivale) del verbo “fendere” (tagliare, spaccare, oppure ‘attraversare cosa
fitta e folta': fendere la folla, fendere l'acqua); nel significato, invece, di
‘stupido', ‘imbecille', ‘sciocco' è voce napoletana derivata da “fessa”, cioè
da vulva. Chissà perché, nell'opinione popolare, gli organi genitali sono
sempre stati sinonimi di stupidità. La “fessa”, comunque, non è una piccola
fessura del corpo? Ecco, quindi, la relazione che – a nostro personale parere –
intercorre tra il fesso, inteso come ‘rotto' e il fesso nell'accezione di
‘stupido'.
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Forse
è il caso di "ricordare" ai redattori titolisti di codesto
"autorevole" quotidiano in rete che, in buona lingua italiana (la
notizia proviene dalla redazione di Firenze, patria di Dante), le parole
straniere non si pluralizzano.
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Il parente? Un...
attinente
Pochi sanno, probabilmente, che l'aggettivo attinente, che
significa "relativo a", "concernente" e simili, è anche un
sostantivo ambigenere che vale "parente". Per approfondimenti si veda
qui, qui e qui.
4 commenti:
VOCABOLARIO TRECCANI ON LINE
avance ‹avā′s› s. f., fr. [der. di avancer «avanzare»]. – Dei varî sign. che la parola ha in francese, è noto in Italia quello di «approccio» nella locuz. fare delle avances, tastare il terreno, sondare le intenzioni (nel campo degli affari, della politica e, soprattutto, in quello diplomatico o in quello amoroso).
Caro anonimo, anche se il vocabolario Treccani scrive "avances" (con tanto di "S" plurale) non significa che sia corretto.
Non pluralizzano "avance" il vocabolario Gabrielli, il Garzanti, il De Mauro, il De Agostini. Il Sabatini-Coletti non registra il termine.
FR
VOCABOLARIO SABATINI COLETTI ON LINE
avances
s.f. fr. pl.; in it. s.f. pl. (anche sing. avance)
Sortita galante, approccio, profferta: fare delle avances
Il Sabatini-Coletti è il solo che registra "avances" come lemma a sé stante. Tutti gli altri (quelli in mio possesso) attestano "avance" (senza "S") specificando che è invariabile.
FR
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