martedì 13 maggio 2014

Che farsa!



Riprendiamo il nostro viaggio alla ricerca di parole di uso corrente il cui significato “nascosto” non è sempre chiaro a tutti. Facciamo tappa alla “farsa”, sperando che l’argomento non sia stato trattato. Vi sarà capitato un’infinità di volte di sentire (o dire voi stessi) che «tutto si è risolto in una farsa», che ciò che pensavate dovesse essere trattato con la massima serietà si è trasformato in un nulla di fatto, cioè in una farsa. Per comprendere l’origine e il significato (nascosto) di farsa è necessario tornare indietro nel tempo e fermarsi al XIV secolo. In quel periodo storico non esistevano ancora i teatri, gli spettacoli si tenevano all’aperto – nelle piazze – e i soggetti erano tratti dalla storia sacra: i cosí detti misteri. Con il trascorrere del tempo si cominciò a rappresentare, come “intermezzo” ai misteri, brevi scene di contenuto profano allo scopo di alleggerire l’austerità e la “pesantezza” dello spettacolo principale, la storia sacra, appunto. E sempre con il trascorrere del tempo, queste scenette assunsero, via via, il carattere scherzoso e allegro, fino a diventare, addirittura, volgari. Bene. In Francia, dove ebbe origine questo intermezzo, la scena inserita tra un atto e l’altro prese il nome di “farce” (ripieno, imbottitura) e questa tratta dal latino “farcire”, riempire, imbottire, farcire, vale a dire scena introdotta nello spettacolo come “ripieno”. Dal francese “farce” è stato coniato l’italiano “farsa”. Se apriamo un qualunque vocabolario, il Gabrielli per esempio, al lemma farsa possiamo leggere: «1 TEATR Genere teatrale di marcato carattere comico, caratterizzato da vicende burlesche e spesso paradossali, nato nel XV sec.
|| Componimento teatrale appartenente a tale genere
2 spreg. Spettacolo comico di scarso impegno artistico, spesso grossolano
3 fig. Avvenimento, comportamento, impresa ridicola, priva di serietà e di valore: il concorso è stato una f



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La parola del giorno (di ieri) proposta da “unaparolaalgiorno.it”: petulante.

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Per gli appassionati della lingua "antica" segnaliamo "Regole elementari della lingua italiana" del purista Basilio Puoti.

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