sabato 24 maggio 2014

Banale...

Vogliamo vedere il significato nascosto di banale? Diamo la "parola", per questo, a Enzo La Stella.
«Oggi considerato sinonimo di comune o ordinario, banale ha un'origine storica interessante; nell'antico francese, "banal" indicava infatti appartenenza a un "ban" o giurisdizione feudale di mulini, forge e pozzi, il cui uso veniva proclamato obbligatorio e aperto a tutti i sudditi, beninteso contro pagamento di congrui diritti. Oggi, il termine "banlieue" o periferia ricorda ancora che, in tempi andati, l'autorità del Signore si estendeva per una "lieue" o 'lega' (antica misura di lunghezza, dai quattro ai sei chilometri), dal centro del castello o dalla città. In armonia con questi significati, segnaliamo che in linguistica si usa oggi definire "banalizzazione semantica" il fenomeno della trasformazione di un nome proprio (ossia, privato) a nome comune (ossia, di tutti), [...]».

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Beneplacito  si presti molta attenzione a questo termine perché spesso è scritto in modo errato. Si scrive, infatti, con la t, non con la d: tutto è stato fatto con il beneplacito (consenso) del capufficio.

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