martedì 10 dicembre 2013

La ministra? Per carità! Il ministro (secondo alcune versioni della Crusca)

Dal sito "Mediaset-TgCom24":

IL MINISTRO DONNA - Quando vi capiterà di leggere su un quotidiano “la ministra dell’Istruzione, la ministra della giustizia”, sappiate che la penna che ha scritto quelle parole non è tanto aggiornata. Infatti la Crusca ha ufficialmente indicato come espressione corretta “il ministro” che sia riferito a donna o uomo. In questo discorso prevale la tendenza alla conservazione: infatti, come nell’antichità, l’uso del genere maschile esteso al femminile vale quando ci si riferisce a proprietà condivise da tutto il genere umano. Aboliti gli incroci tra articolo femminile e sostantivo coniugato al maschile tipo “la ministro”, “la presidente”.

Dal sito della Crusca:

La Presidente dell’Accademia della Crusca, Nicoletta Maraschio, lieta dell’accoglienza positiva riservata dal pubblico e dalla stampa al recente volume La Crusca risponde (a cura di M. Biffi e R. Setti, Le Lettere - Accademia della Crusca, 2013), per evitare alcuni possibili equivoci nelle sintesi che si vanno diffondendo in rete, tiene a ribadire l’opportunità di usare il genere grammaticale femminile per indicare ruoli istituzionali (la ministra, la presidente, l’assessora, la senatrice, la deputata ecc.) e professioni alle quali l’accesso è normale per le donne solo da qualche decennio (chirurga, avvocata o avvocatessa, architetta, magistrata ecc.) così come del resto è avvenuto per mestieri e professioni tradizionali (infermiera, maestra, operaia, attrice ecc.).
La posizione dell’Accademia è documentata da iniziative diverse: il Progetto genere e linguaggio svolto in collaborazione col Comune di Firenze; la Guida agli atti amministrativi, pubblicata dalla Crusca e dall’Istituto di Teoria e Tecnica dell’Informazione Giuridica del Consiglio Nazionale delle Ricerche ITTIG-CNR (http://www.ittig.cnr.it/Ricerca/Testi/GuidaAttiAmministrativi.pdf); il Tema del mese a cura di Cecilia Robustelli, pubblicato nel marzo 2013 sul sito dell’Accademia e varie interviste rilasciate da accademici.

Si veda anche quiqui e qui e ancora qui.
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Gentilissima professoressa Maraschio, non crede che, stando cosí le cose, i fruitori della lingua non sappiano piú che pesci prendere? Il ministro Clara o la ministra Clara? Dia, cortesemente, una risposta “univoca e inequivocabile”. Grazie.

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Per curiosità abbiamo consultato alcuni vocabolari. Se non cadiamo in errore attestano, inequivocabilmente, "ministra" i seguenti dizionari: GRADIT, Devoto-Oli, Palazzi, Treccani, Zingarelli, De Agostini.

Sorpresa. Il linguista Massimo Arcangeli, direttore dell'Osservatorio della Lingua Italiana Zanichelli, consiglia "la ministro", forma bocciata, senza appello, dall'Accademia della Crusca.


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