Il linguista Aldo Gabrielli scrive, nel
suo “Il museo degli errori”, a proposito del verbo “intravedere”:
«Questo verbo si vede scritto ora
con una sola v, ora con due: “Non riuscii a intravederlo”, “L’ho appena
intravvisto”. Qual è la forma corretta? Sempre e soltanto con una v:
intravedere, intravisto. (…) Molti prefissi, è vero, richiedono il raddoppiamento,
come fra, sopra, contra, ecc. e abbiamo infatti frapporre, soprassedere, contraddire.
Ma intra è proprio uno di quei prefissi che
non vogliono il raddoppiamento; quindi, sempre intramezzare, intramettere, intraprendere e di conseguenza anche intravedere, intravisto. Non è
eccezione intravvenire, come potrebbe a tutta prima sembrare, perché il verbo non è un composto di intra e venire
ma di intra e avvenire, e non è neppure
eccezione intrattenere, che è composto non già di intra e tenere ma di in e
trattenere».
I revisori del suo vocabolario,
naturalmente, lo smentiscono e attestano “intravvedere” variante di
intravedere.
Non abbiamo parole…
***
La parola che proponiamo oggi è: incatorzolire (incatorzolirsi). Si dice di frutti che non sviluppandosi completamente si induriscono. Si adopera anche in senso figurato con il significato di "intristirsi" o "ingalluzzirsi".
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