Abbiamo notato che alcuni dizionari classificano il sostantivo “capestro” tra i vocaboli di etimologia incerta, pur provenendo dal latino ‘capistrum’. Noi, modestamente, cercheremo di “provare” che si tratta di un sostantivo deverbale proveniente dal verbo latino ‘capere’(prendere). Da questo verbo – con il trascorrere del tempo – è nato, sempre in latino, un altro verbo, intensivo di ‘capere’ e passato pari pari in italiano, “captare” e vale, letteralmente, “prendere con astuzia, con forza, con accortezza”. Torniamo, ora, al capestro, cioè alla “fune per animali”. Quando mettiamo il capestro attorno al collo degli animali non li prendiamo con la forza o con l’astuzia? O quando si condanna al capestro un uomo, non si usa, forse, la forza? E uno scapestrato chi è, se non un individuo “senza capestro”, cioè una persona che conduce una vita sfrenata, disordinata, priva di regole perché la sua mente non è “atta a prendere e, quindi, a contenere le idee”? Ma non finisce qui. Se non abbiamo preso una topica, con ‘capestro’ si intende anche un abito femminile scollato. E qui attendiamo eventuali smentite dalle gentili blogghiste.
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Navigando nella Rete ci siamo imbattuti in questi divertenti strafalcioni grammaticali, ve li proponiamo. Cliccate su:
http://chiacchierona79.blogspot.it/2009/10/una-serie-di-irresistibili-strafalcioni.html
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