giovedì 29 marzo 2012
Complemento di causa? Sí, ma quale?
Riteniamo necessario fare un po’ di chiarezza sul complemento di causa. Le grammatiche lo liquidano con due parole: «Indica la causa per la quale si compie l’azione espressa dal verbo e risponde alle domande sottintese ‘perché?', ‘per quale motivo?’ , ‘a causa di che cosa?’ e simili»: Giovanni tremava “per la paura” degli esami; quei poveri barboni sono morti “di freddo”; il traffico è rimasto bloccato “da un incidente” sull’autostrada. La causa per cui avviene ciò che esprime il verbo – ed è questo che non tutti i sacri testi grammaticali riportano – si può distinguere in: ‘causa impediente’, ‘causa esterna’, ‘causa interna’. Vediamo nell’ordine. Causa impediente: indica il motivo che ostacola l’azione del soggetto (‘Per lo sciopero’ dei treni non potrò essere presente); causa esterna: quando indica una ragione esterna al soggetto provocandone una reazione (Sono deluso ‘dal comportamento’ dei miei amici); causa interna: quando indica un motivo interno al soggetto provocandone reazioni psichiche o fisiche (In quell’occasione noi tutti siamo sbiancati ‘dalla paura’). Occorre dire, però, che si tratta di distinzioni di ordine logico che non hanno conseguenze sul piano sintattico-grammaticale. Servono, però, a nostro modesto parere, a sviluppare la capacità di analizzare e ragionare.
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