È un vero peccato che i vocabolari non attestino un termine, nient’affatto volgare, e che rende bene l’idea di una donna di malaffare: strittipella. Il vocabolo, crediamo, si “spiega” da sé: donna che si stira la pelle e si spiana le rughe per apparire piú giovane e per avere, quindi, la possibilità di attirare piú avventori. Il termine si può trovare “immortalato” in alcuni libri: basta cliccare su questo collegamento:
http://www.google.it/search?tbm=bks&tbo=1&hl=it&q=%22strittipella%22&btnG=
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Dalla rubrica di lingua del quotidiano la Repubblica in rete:
1. Juri scrive:
7 dicembre 2011 alle 13:12
Ciao,
vorrei sapere se oltre a “suonare” male è improprio dire: “avrei potuto esserci”.
Grazie.
2. linguista scrive:
7 dicembre 2011 alle 13:19
Il costrutto non è improprio: se il verbo servile regge essere, l’ausiliare del verbo servile è avere.
Francesco Lucioli
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La risposta del linguista non ci sembra molto chiara; la riformuleremmo cosí: il verbo servile prende l’ausiliare del verbo al quale fa da “servo”. Ancora meglio la Crusca: Per quel che riguarda l'uso degli ausiliari coi verbi servili, si tratta di una questione un po' intricata, ma risolvibile nella prassi seguendo poche regole:
1) Se si sceglie l'ausiliare del verbo retto dal servile, non si sbaglia mai: es. "Ha dovuto mangiare" (come "ha mangiato"); "è dovuto partire" (come "è partito").
2) Se il verbo che segue il servile è intransitivo, si può usare sia "essere" che "avere": es. "è dovuto uscire" o "ha dovuto uscire".
3) Se l'infinito ha con sé un pronome atono (mi, si, ti, ci, vi) bisogna usare "essere" se il pronome è prima dell'infinito (es. "non si è voluto alzare"), "avere" se il pronome è dopo l'infinito (es. "non ha voluto alzarsi").
4) Se il servile è seguito dal verbo "essere", l'ausiliare sarà sempre "avere": es. "ha dovuto essere forte", "ha voluto essere il primo".
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Dalla rubrica di lingua del quotidiano la Repubblica in rete:
1. Juri scrive:
7 dicembre 2011 alle 13:12
Ciao,
vorrei sapere se oltre a “suonare” male è improprio dire: “avrei potuto esserci”.
Grazie.
2. linguista scrive:
7 dicembre 2011 alle 13:19
Il costrutto non è improprio: se il verbo servile regge essere, l’ausiliare del verbo servile è avere.
Francesco Lucioli
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La risposta del linguista non ci sembra molto chiara; la riformuleremmo cosí: il verbo servile prende l’ausiliare del verbo al quale fa da “servo”. Ancora meglio la Crusca: Per quel che riguarda l'uso degli ausiliari coi verbi servili, si tratta di una questione un po' intricata, ma risolvibile nella prassi seguendo poche regole:
1) Se si sceglie l'ausiliare del verbo retto dal servile, non si sbaglia mai: es. "Ha dovuto mangiare" (come "ha mangiato"); "è dovuto partire" (come "è partito").
2) Se il verbo che segue il servile è intransitivo, si può usare sia "essere" che "avere": es. "è dovuto uscire" o "ha dovuto uscire".
3) Se l'infinito ha con sé un pronome atono (mi, si, ti, ci, vi) bisogna usare "essere" se il pronome è prima dell'infinito (es. "non si è voluto alzare"), "avere" se il pronome è dopo l'infinito (es. "non ha voluto alzarsi").
4) Se il servile è seguito dal verbo "essere", l'ausiliare sarà sempre "avere": es. "ha dovuto essere forte", "ha voluto essere il primo".
1 commento:
Cortese dr Raso, ha ragione: trovo la risposta del prof. Lucioli un po' ingarbugliata...
Quanto a "strittipella", dove scova queste chicche?
Con stima
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