martedì 20 dicembre 2011

L' «assaggiamento»


Cortese dott. Raso,
la prego, gentilmente, di voler dirimere una questione linguistica sorta tra mio figlio (V ginnasio) e la sua docente di lettere. Mio figlio, dunque, in un componimento in classe ha scritto che “l’assaggiamento di quella pietanza non gli era piaciuto”. L’insegnante ha sottolineato con la fatidica matita blu il termine ‘assaggiamento’ sostenendo che il vocabolo non esiste; mio figlio avrebbe dovuto scrivere “assaggio”. A me sembra di ricordare che il vocabolo “sub iudice” esiste, invece, anche se non l’ho trovato nei vocabolari che ho consultato. Sa dirmi qualcosa in merito?
Grazie in anticipo e tanti auguri per le prossime festività.
Ignazio T.
Siracusa
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Gentile Ignazio, che cosa dirle? Devo constatare, purtroppo, la pochezza linguistica della docente. Il termine in questione, non riportato dai vocabolari, è esistito ed è stato relegato nella soffitta della lingua, ciò non toglie, però, che non si possa adoperare, anche se di “sapore” stantio. “Assaggiamento”, dunque, è un sostantivo deverbale; proviene, cioè, dal verbo assaggiare. Lo si trova nel vocabolario degli Accademici della Crusca e in molte altre pubblicazioni. Suo figlio potrebbe farlo presente alla sua insegnante cercando, però, di non urtare la sua “sensibilità”. Guardi questo collegamento:


http://books.google.it/books?id=Irg_AAAAcAAJ&q=%22assaggiamento%22&dq=%22assaggiamento%22&hl=it&sa=X&ei=mYjvTpzkFcnc4QT71-y0Bg&ved=0CGsQ6AEwCQ

PS.: C'è anche il termine "assaggiatura", riportato da buona parte dei vocabolari.

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Dalla rubrica di lingua del quotidiano la Repubblica in rete:
Enzo scrive:
19 dicembre 2011 alle 21:57
Salve,
ho un nuovo quesito: è corretto dire «per intanto»? Avevo sentito dire che non fosse il massimo, linguisticamente parlando, ma l’ho giusto letto or ora in un saggio, e gradirei dunque avere un chiarimento.
Grazie in anticipo della risposta.

linguista scrive:
19 dicembre 2011 alle 22:15
Sì, è corretto.
Alessandro Aresti
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Il linguista Aldo Gabrielli sconsiglia vivamente “per intanto”.
Si dice: intanto
Non si dice: per intanto
intanto, per intanto
Intanto significa nel frattempo: “Io faccio il caffè, tu intanto preparati”. Anticamente era scritto separato: in tanto, sottintendendo tempo. Serve anche a contrapporre un’azione, una situazione a un’altra (funzione avversativa): “Giurava e intanto mentiva”. È usato addirittura per rafforzare una negazione al posto di invece: “Intanto non è vero!”.
Quella che è inutile, e di non ottimo gusto, è l’espressione per intanto, che pure i dizionari registrano. Forse è dovuta all’influenza dell’altra espressione idiomatica di uguale significato, per ora. Dimentichiamola.

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