mercoledì 14 dicembre 2011
Troia, città e...
Gentilissimo dott. Raso,
cercando una regola grammaticale mi sono imbattuto nel suo sito. Dire che è interessante è riduttivo… Ho notato che spazia dalla grammatica, alla sintassi, ai modi di dire e all’etimologia. Ne approfitto, quindi, per togliermi una curiosità: perché una donna cosiddetta di “facili costumi” si chiama, volgarmente, troia? Tutti coloro ai quali mi sono rivolto non hanno saputo darmi una risposta. Confido, quindi, in lei, certo che non mi “deluderà”. Grazie in anticipo. Un caloroso ossequio.
Giovanni V.
Vicenza
PS.: Ho messo il suo sito tra i preferiti.
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Cortese Giovanni, potrà soddisfare la sua curiosità cliccando sul collegamento in calce. L’argomento è stato trattato, qualche anno fa, su “il Cannocchiale”. Visto che è un amatore della lingua, mi permetto farle notare che in buona… lingua dopo il cosiddetto (o cosí detto) non si mettono le virgolette, queste sono “insite” nel cosiddetto. Quindi: una donna cosiddetta di facili costumi o una donna di “facili costumi”.
http://faustoraso.ilcannocchiale.it/2007/02/28/troia_no_citta_di_fausto_raso.html
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La lingua cambia. E le fonti per studiarla? Un articolo di Massimo Arcangeli, coordinatore dei linguisti della rubrica di lingua del quotidiano la Repubblica in rete.
Si clicchi su:
http://www.treccani.it/webtv/videos/Int_Massimo_Arcangeli_lingua_e_fonti.html
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«Alazzire»
È un vero peccato, a nostro avviso, che tutti (?) i vocabolari non attestino il verbo alazzire, ci sembra piú "pregnante" di indebolire e simili.
http://www.dizionario.org/d/?pageurl=alazzire
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