mercoledì 7 dicembre 2011
È proprio una «gumèdra»!
Ancora un vocabolo ignorato – se non cadiamo in errore – dalla totalità (?) dei vocabolari: gumèdra. Ci piacerebbe che i lessicografi lo prendessero in considerazione, invece, perché è atto a indicare una cosa inesistente ma che suscita meraviglia (come si può leggere nel “Dizionario” del Tommaseo-Bellini di cui, in calce, riportiamo il collegamento). Una cosa, insomma, favolosa e immaginaria nominata per destare l’attenzione degli interlocutori: “Pensate, era presente, addirittura, una gumèdra”. Cosa sia non si sa, appunto, però fa… effetto. L’origine è incerta, si pensa possa essere il latino “chimaera”.
http://www.dizionario.org/d/index.php?pageurl=gumedra&searchfor=gumèdra&searching=true
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3 commenti:
Caro Dr. Raso
Non vorrei errare ma la parola “gumedra “ è stata oggetto anche di alcuni studi:
per Gianfranco Folena (Il linguaggio del caos: studi sul plurilinguismo rinascimentale, 1991, pag.234; cfr: Convegno sul tema L'espressivismo linguistico nella letteratura italiana (Roma, 16-18 gennaio 1984), Accademia dei Lincei, 1985 - pag.152) è solo un’invenzione fonoimpressiva per suggestione con “scuccumedra"(=cavallaccio), attestata nel Sacchetti come propose il Branca, e insieme forse di nomi onomatopeici della civetta); per altri (Italianistica: Volume 24
1995 - pag.68) a materia fecale anagrammando l’ultima parte del nome che ben si inserisce nel contesto della novella (VIII-9).
Cordialmente
Ivana Palomba
Sempre interessanti le "integrazioni" di Ivana Palomba.
Gentile Puntiglioso
Grazie di cuore per gli apprezzamenti ma il merito è soprattutto del Dr. Raso che ci stimola con le sue rare perle.
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