domenica 29 maggio 2011
Eliminiamo... "eliminare"
Sí, cortesi amici, avete letto bene, eliminiamo il verbo eliminare quando non è adoperato nel giusto contesto, come ci fa notare il linguista Aldo Gabrielli, al quale diamo la "parola".
«Eliminare, dal latino "eliminare", vale in origine "cacciar dalla soglia di casa" (da 'e'='ex', da, e 'limen, -inis, soglia); fu introdotto nella lingua dai matematici e dai filosofi, e dovrebbe restare in quelle scienze, sennonché oggi si usa solo, come fanno i Francesi, nel significato di "escludere", "rimuovere", "toglier via", "toglier di mezzo", "sopprimere", "distruggere", "scartare", "elidere", "scacciare", "allontanare" e simili. Non se ne abusi, e tutte le volte che sia possibile, si ricorra a un de' verbi ora detti. Lo stesso dicasi di "eliminazione", che potrà meglio sostituirsi con "rimozione", "soppressione", "distruzione", "uccisione", "scarto", "elisione", "allontanamento" e simili», a seconda dei casi, aggiungiamo noi.
Quanto a "eliminatoria" - fa notare sempre il linguista - si adopera nel linguaggio sportivo e, pur essendo il francese "épreuve éliminatoire", è accettabile nella lingua nazionale.
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2 commenti:
l'etimologia è importante ma Wittgenstein: il significato è l'uso.
Conoscenza è Liberazione
universale
CèL
Beh, arrivare a censurare un verbo di schietta origine latina come "eliminare" (tra l'altro le considerazioni sono tratte dal pregevole ma per vari aspetti obsoleto Dizionario dello stile corretto di Aldo Gabrielli) solo perché echeggerebbe un uso francese, mi sembra francamente assurdo e non conforme ai principi del neopurismo glottotecnico di Migliorini e Castellani, ma solo a un certo purismo nazional-sentimentale, come lo definiva Giacomo Devoto. Ma suvvia, chi oggi prenderebbe sul serio chi volesse bandire dalla lingua italiana verbi come "eliminare", "controllare", "funzionare", "depistare", "decollare", ecc., come pure pretendevano Gabrielli, Palazzi e altri ancora negli anni '60? Secondo me, al neopurismo funzionale e strutturale ha nociuto proprio il fatto che spesso veniva confuso con posizioni che invece si basavano soltanto sul rifiuto pregiudiziale di vocaboli derivati dal francese e dall'inglese. Così oggi, a causa del ridicolo di cui si erano coperte quelle posizioni, non si possono facilmente contrastare gli anglicismi del gergo informatico, compresi quelli ibridi, come downloadare, chattare, bootstrappare, e compagnia brutta.
E comunque ho trovato un'attestazione in uno scrittore che vale cento volte più delle censure dei vari Gabrielli, Rigutini, Fanfani, Arlia, ecc., ossia niente meno che Alessandro Manzoni! Come la mettiamo, gentile Fausto Raso? Ecco la citazione manzoniana:
"E non è egli, diciamolo pure, una cosa deplorabile il vedere scrittori e celebri e benemeriti per altri titoli, condannati a questo perpetuo Exclusit revocat? a eliminare virtualmente la giustizia e il dovere, per servire al sistema; e a riammetterli, in una maniera qualunque, per ubbidire al bon senso e al senso morale?"
(Alessandro Manzoni, Osservazioni sulla morale cattolica, Appendice al capitolo III. Cfr. http://www.classicitaliani.it/manzoni/Osservazioni05.html ).
E per finire, invocherei un'altra grande autorità, quella di Benedetto Croce, che, nell'Estetica come scienza dell'espressione e linguistica generale, non si perita di usare più volte il verbo "eliminare" e i suoi derivati. Per esempio:
"E, se non è del tutto arte, ciò accade appunto perché l'elemento naturale resta più o meno ineliminabile e insubordinato" (Estetica, Bari, Laterza, 1909, p. 20). Cfr.
http://archive.org/stream/esteticacomesci00crocgoog/esteticacomesci00crocgoog_djvu.txt
Penso che a questo punto si possa ben dire: "Roma locuta, causa finita".
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