giovedì 5 maggio 2011

Due verbi, due "orrori"




Si va sempre si piú diffondendo l'uso errato - introdotto da molti scrittori che "fanno la lingua" - di coniugare, o meglio di adoperare verbi transitivi in forma intransitiva e viceversa. Le cronache dei giornali sono piene di personaggi che «hanno assolto al loro dovere» o «hanno adempiuto ai loro compiti istituzionali». Queste frasi - è bene chiarirlo subito - sono errate. I verbi 'assolvere' e 'adempiere' sono nati transitivi e tali debbono restare (a dispetto, anche, di qualche vocabolario permissivo). Si dirà quindi, correttamente, che «Caio ha assolto "il" suo dovere» e che «Tizio ha adempiuto "i" suoi compiti». Il verbo latino "absolvere" (da cui il nostro assolvere) si costruiva esclusivamente con l'accusativo, cioè con il nostro complemento oggetto essendo, appunto, un verbo transitivo. Ed è rimasto transitivo per secoli, non si capisce perché ora i cosí detti acculturati-“snob”, cioè coloro che "credono" di fare la lingua, debbano imporre a tutti i loro svarioni, e la stampa porta la bandiera. No, non ci stiamo e continueremo a sostenere - a spada tratta - l'uso solo transitivo, come si può leggere in Autori di rispetto: «Onde morte m'assolve, Amor mi lega» (Petrarca); «Raccontare per adorne parole ciò che tu assolvi in due tratti (Panzini); «Assolver non si può chi non si pente» (Dante). Dopo questi esempi c'è qualcuno che può sostenere il contrario?
E a proposito di verbi, abbiamo notato che qualche scrittore "di grido" non sa coniugare i verbi in "-ciare" e "-giare". Si legge spesso "beneficierà", "scoraggierà", "lancierà" ecc. I predetti verbi, o meglio tutti i verbi della prima coniugazione che finiscono in "-ciare" e "-giare" perdono la "i" del tema o radice davanti alle desinenze che cominciano con "e" e con "i": benefic-erà (beneficerà); lanc-erà (lancerà); scoragg-erà (scoraggerà). Mantengono la "i" del tema solamente davanti alle desinenze che cominciano con "a" e con "o": beneficiate. La "i" della radice, insomma, è un puro segno ortografico che serve a dare alle consonanti "c" e "g" il suono palatale davanti alle desinenze che cominciano con "a" e con "o".

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