Abbiamo notato, con sommo rammarico, che va sempre di più prendendo piede l’usanza (deleteria) di adoperare i pronomi singolari maschili “questi” e “quegli” non – come prescrive la norma grammaticale – in posizione nominativa, vale a dire come soggetti, sibbene come complementi.
È un errore madornale che in buona lingua italiana non è ammissibile. Riteniamo superfluo aggiungere che la causa di questo scempio linguistico vada ricercata nel mondo della carta stampata e no, e in certi ambienti pseudoculturali dove alcuni così detti scrittori si vantano di fare la lingua. No, amici, costoro non fanno la lingua, la uccidono; sono dei linguicidi legalmente riconosciuti (sarebbe auspicabile un "appello" della prestigiosa Accademia della Crusca, indirizzato alle cosi dette grandi firme del giornalismo, per un uso ortodosso dei pronomi sopra citati).
Questi e quegli – sarà bene ricordarlo – sono una variante dei pronomi singolari dimostrativi questo e quello e usati, per lo più, in campo letterario: questi gli disse; quegli lo rimproverò. Mentre, però, questo e quello possono avere sia la funzione di soggetto sia quella dei vari complementi, questi e quegli possono essere adoperati solo ed esclusivamente (si perdoni la tautologia) in posizione di soggetto: questi è partito ieri per le vacanze; quegli è andato al cinema.
Errano, per tanto, quegli scrittori che per snobismo o per saccenteria (?) scrivono frasi tipo: a questi piaceva passeggiare per i prati; a quegli era stato ritirato il passaporto. Come si può notare dagli esempi questi e quegli non sono soggetti ma complementi, il loro uso, quindi, è errato. Lo stesso Manzoni usa questi e quegli solo in posizione di soggetto: «Questi parea che contra me venesse.» Perché contraddirlo?
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Da un giornale: «Gli odii razziali». Il plurale di odio è odi, con una sola i in quanto la grammatica prescrive la doppia i solo per le parole in -io con la i tonica, come, per esempio, addio che fa addii oppure oblio che diventa oblii. E a proposito di razziale, molti adoperano il sostantivo razzista con valore aggettivale: politica razzista. In buona lingua è preferibile solo l'aggettivo razzistico: teoria razzistica.
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