giovedì 28 settembre 2023

La soldata non rispecchia la lingua di Dante e di Manzoni?


Da "Domande e risposte" del sito Treccani:

Il termine "soldata" come altri da Voi registrati ultimamente nel vocabolario non hanno niente a che vedere con la lingua italiana di Dante e di Manzoni. Perdonate la franchezza ma i dizionari servono anche a conservare ed a educare i giovani alla cultura della propria nazione non a importare termini da altre culture che vanno si conosciute ed apprezzate ma che non possono sostituire o minimizzare in nessun modo la propria identità. Grazie per l'attenzione e auspico da un Istituto glorioso e prestigioso come il Vs. una difesa puntuale della ns. amata lingua che discendendo dal latino chiede di essere rispettata in particolar modo da questi imbarbarimenti del mondo cosiddetto moderno.

 -------------

 Una cosa va premessa: in italiano è spesso difficile formare il femminile dei nomi di mestiere e professione o indicanti una carica. Perché, pur avendo presenti le elementari norme grammaticali della lingua, succede che la coscienza pre-linguistica del parlante si ribelli alle conseguenze dei profondi cambiamenti sociali e culturali avvenuti nel Paese negli ultimi decenni.

 

Decenni che hanno visto, pur contrastato (ancor oggi contrastato), l’ampliamento della presenza femminile nei mestieri, nelle professioni e nelle istituzioni, anche in posizioni apicali. Ma avvocatamedicanotaiasoldata – impeccabili nella formazione del femminile – non piacciono a molti perché dispiace o urta o non ci si capacita, sotto sotto, del fatto che una donna possa occupare posizioni in passato di esclusivo, o quasi, appannaggio maschile.

 

Quando il dibattito corre sui binari dell’ideologia, c’è il rischio che la lingua venga trattata strumentalmente. Niente di male, vuol dire che essa è viva e cambia, riflettendo i cambiamenti sociali e mettendo in crisi stereotipi e luoghi comuni. La dinamica cambiamento-reazione al cambiamento è normale. Di una cosa siamo certi: l’italiano non si sta “imbarbarendo”.

-----------------------

Cortese redazione Treccani, mi permetto di inserirmi  nella "polemica" del vostro lettore il quale sostiene che il termine "soldata" (e altri) non ha nulla (a) che vedere con la lingua di Dante e di Manzoni. Al lettore faccio osservare che ha preso una topica tremenda. Soldata è il regolarissimo femminile di soldato, dal participio passato dell'antico verbo italianissimo "soldare", e questo dal latino (quindi 'italiano') "solidus". Tralascio i termini "avvocata", "medica", "notaia", ai quali potrei aggiungere "ministra", "magistrata", "prefetta" , "ingegnera" ecc. Tornando a "soldata" è un femminile in regola con la "legge grammaticale italiana". Tale legge stabilisce che il femminile dei sostantivi (maschili) in -o si ottiene mutando la desinenza "-o" del maschile in "-a": sarto/sarta; cuoco/cuoca; ladro/ladra; soldato... soldata. Non concordo sulla certezza circa il "non imbarbarimento" dell'italiano. Purtroppo il dilagare dei vari anglismi lo stanno "imbarbarendo". Eccome!




 












(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauraso@hotmail.it)

Nessun commento: