Da "Domande e risposte" del sito Treccani:
Il termine "soldata" come altri da Voi registrati ultimamente nel
vocabolario non hanno niente a che vedere con la lingua italiana di Dante e di
Manzoni. Perdonate la franchezza ma i dizionari servono anche a conservare ed a
educare i giovani alla cultura della propria nazione non a importare termini da
altre culture che vanno si conosciute ed apprezzate ma che non possono
sostituire o minimizzare in nessun modo la propria identità. Grazie per
l'attenzione e auspico da un Istituto glorioso e prestigioso come il Vs. una
difesa puntuale della ns. amata lingua che discendendo dal latino chiede di
essere rispettata in particolar modo da questi imbarbarimenti del mondo
cosiddetto moderno.
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Decenni che
hanno visto, pur contrastato (ancor oggi contrastato), l’ampliamento della
presenza femminile nei mestieri, nelle professioni e nelle istituzioni, anche
in posizioni apicali. Ma avvocata, medica, notaia, soldata –
impeccabili nella formazione del femminile – non piacciono a molti perché
dispiace o urta o non ci si capacita, sotto sotto, del fatto che una donna
possa occupare posizioni in passato di esclusivo, o quasi, appannaggio
maschile.
Quando il
dibattito corre sui binari dell’ideologia, c’è il rischio che la lingua venga
trattata strumentalmente. Niente di male, vuol dire che essa è viva e cambia,
riflettendo i cambiamenti sociali e mettendo in crisi stereotipi e luoghi
comuni. La dinamica cambiamento-reazione al cambiamento è normale. Di una cosa
siamo certi: l’italiano non si sta “imbarbarendo”.
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Cortese
redazione Treccani, mi permetto di inserirmi nella "polemica"
del vostro lettore il quale sostiene che il termine "soldata" (e
altri) non ha nulla (a) che vedere con la lingua di Dante e di Manzoni. Al lettore
faccio osservare che ha preso una topica tremenda. Soldata è il regolarissimo
femminile di soldato, dal participio passato dell'antico verbo
italianissimo "soldare", e questo dal latino (quindi 'italiano') "solidus". Tralascio i termini "avvocata",
"medica", "notaia", ai quali potrei aggiungere "ministra", "magistrata",
"prefetta" , "ingegnera" ecc. Tornando a "soldata" è un femminile
in regola con la "legge grammaticale italiana". Tale legge stabilisce
che il femminile dei sostantivi (maschili) in -o si ottiene mutando la desinenza "-o" del maschile in
"-a": sarto/sarta; cuoco/cuoca; ladro/ladra; soldato... soldata. Non concordo sulla certezza circa il "non imbarbarimento" dell'italiano. Purtroppo il dilagare dei vari anglismi lo
stanno "imbarbarendo". Eccome!
(Le
immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i
diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauraso@hotmail.it)
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