Ci dispiace
dover censurare, di tanto in tanto, la “lingua” degli operatori
dell’informazione, quelli della carta stampata particolarmente, anche se molti
di questi posseggono una laurea in lettere e si piccano di “fare la lingua”;
non è sufficiente una laurea in materie letterarie per potersi fregiare del
titolo di “linguista”. Non possiamo, dunque, rimanere impassibili davanti a
orrori ortografici di cui è infarcita la stampa e gli “opinionisti” non possono
piú addebitarli alla “svista” dei correttori di bozze,
categoria professionale ormai estinta: l'orrore è tutto loro. Vediamo, dunque, sfogliando a caso
qualche quotidiano, alcune “indecenze ortografiche”, in corsivo gli orrori.
L’arrestato, per farsi compatire, camminava a mò d’ubriaco; con quel pò pò
di alterigia era naturale che tutti lo snobbassero; nella casa degli orrori è
comparsa la scritta villa d’
affittare; in quella notte tranquilla gl’
astri brillavano sullo sfondo azzurro; nessun’
uomo, di questi tempi, può sentirsi tranquillo se abita una villa isolata; qual’è il difetto peggiore, domandò
all’intervistata; il suo comportamento è veramente d’ ammirare; gl’ umori
degli astanti non lasciavano presagire nulla di buono; il suo modo di fare è pressocché inaccettabile; il ragazzo è
uscito dal coma grazie all’attente
cure della mamma; sei proprio un bel angelo,
disse la mamma al figlioletto; fate attenzione, recitava un cartello affisso
nella fabbrica, gl’ acidi sono nocivi
alla salute; l’auto dei banditi non ha rispettato l’alt della polizia e ha accellerato la corsa; l’uomo è stato
investito sulle striscie pedonali; il
ministro ha, però, ribadito che non tutti beneficieranno
delle agevolazioni; ieri siamo andati ha
vedere uno spettacolo meraviglioso; il ricercato scorazzava tranquillamente per la città; il luogo dell'incidente è prospicente la chiesa. Potremmo
continuare, ma non vogliamo tediarvi oltre misura.
***
La parola
proposta da questo portale: paperaio.
Sostantivo maschile derivato da papera con l'aggiunta del suffisso collettivo "-aio". Termine non comune, atto a indicare un gruppo di persone,
donne in particolare, che si comportano in modo ridicolo e chiassoso.
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