Probabilmente
non tutti saranno d’accordo su quanto stiamo per scrivere (ogni giudizio,
ovviamente, è soggettivo). Nel nostro lessico c’è un verbo che “sa” troppo di burocrazia e andrebbe, a nostro modo di vedere, sostituito con altri
piú “consoni”. Il verbo incriminato
è “declinare”. Non dimentichiamo che
l’accezione primaria del suddetto verbo è
“volgere, tendere gradatamente al basso” derivando dal latino “chinare”
(inclinare): la montagna ‘declina’ verso la pianura. Adoperarlo nel senso
di “rendere noto” o di “respingere” ci
sembra, per l’appunto, un “abuso
linguistico”. Spesso, anzi sempre, si sente dire o si legge “declinò le
generalità” (le rese note); la direzione “declina ogni responsabilità”; Mario
“ha declinato l’invito”. Non è meglio dire “respinge” ogni responsabilità;
“dette” (o riferí) le generalità e “ha rifiutato, non ha accettato” l’invito?
Declinare, insomma, è un verbo che, a nostro avviso, meno si usa nelle
accezioni “incriminate” meglio è per il
“bene” della lingua di Dante.
Le
cronache dei giornali ci hanno abituato, purtroppo, a convivere con un
bruttissimo barbarismo: cappottare. Leggiamo, sovente, frasi del tipo:
l’automobile, dopo il pauroso scontro, si è cappottata e tutti gli occupanti
sono deceduti sul colpo. Premesso che non vorremmo mai leggere notizie di
questo tenore, vogliamo spendere due parole sull’origine e sull’uso di questa
orribile... parola. Innanzi tutto è un francesismo e in quanto tale in buon
italiano non si dovrebbe adoperare. Ci sono termini italianissimi che fanno alla bisogna: capovolgere e
ribaltare. Il francese “capoter”, da cui l’italiano “cappottare”, è un termine
di origine marinaresca e sta a indicare il rovesciarsi di una nave. Dalle navi il
vocabolo è passato, consolidandosi, al linguaggio automobilistico e
aeronautico. Se proprio lo si vuole adoperare lo si usi, almeno, con una sola
“p”: capottare. Cosí facendo si ferisce una sola lingua, non due. “Cappottare”,
a nostro modo di vedere, è un termine ibrido: né francese né italiano.
Dimenticavamo una cosa ancora piú importante, se proprio si vuole adoperare questo verbo barbaro: il suo ausiliare “naturale” è
‘avere’ (non essere); l’auto ‘ha’ capottato. Perché? Perché come tutti i verbi
che indicano un moto fine a sé stesso si deve coniugare con l’ausiliare avere.
***
La
parola proposta da questo portale: cachinnare. Verbo - derivato di cachinno - che vale "ridere sguaiatamente, rumorosamente". Nella lessicografia della Crusca troviamo l'avverbio squaccheratamente, vale a dire "ridere sconciamente, con grande strepito". Si veda anche qui.
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