È trascorso un anno... Riproponiamo questa lettera
aperta alla Treccani
Gentile Redazione, tempo fa avevamo
segnalato un "errore" riscontrato nel vocabolario al lemma
"defatigare" dove si legge che "defaticare" (con la
"c") è variante poco comune. Non è esatto, anche se altri vocabolari
cadono nel vostro stesso... errore. I due verbi hanno significati distinti, non
sono sinonimi e lo specificano chiaramente il Sandron, il
Devoto-Oli e il Gabrielli. Defatigare è pari pari il latino
"defatigare", composto con "de" (particella
"rafforzativa") e "fatigare", stancare, spossare,
affaticare e simili. Defaticare, invece, è composto con la particella
"de", che indica "allontanamento" e il sostantivo fatica
("che allontana, che toglie la fatica"). Defatigare, dunque, è un
deverbale; defaticare un denominale, con significati completamente diversi.
Stupisce il constatare che l'autorevole e prestigioso vocabolario Treccani non
faccia distinzioni di sorta tra i due verbi... Con la speranza che questa
missiva sia presa nella dovuta considerazione, porgiamo i nostri piú rispettosi
ossequi. F.R.
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La parola proposta da questo portale, ripresa da "Sapere.it": lebete. Sostantivo maschile.
Indica(va) un recipiente per cuocere qualcosa o per lavarsi.
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La parola proposta da questo portale, ripresa da "Sapere.it": lebete. Sostantivo maschile.
Indica(va) un recipiente per cuocere qualcosa o per lavarsi.
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