il suo blog è veramente una fonte inesauribile di curiosità linguistiche oltre che di "lezioni" di lingua italiana. L'ho scoperto per caso e l'ho navigato in lungo e in largo apprendendo cose che, come spesso lei usa dire, non tutti i sacri testi grammaticali riportano come, per esempio, il plurale di "ambo". Le scrivo per conoscere l'origine di un modo di dire perché nessun testo consultato ha saputo "rispondermi". L'espressione è "andare (o mandare) a spianto" che, come si sa, significa versare in cattive condizioni economiche. Cos'è questo "spianto", dunque? Grazie infinite se avrà la cortesia di rispondermi e ancora complimenti per il suo impegno nel divulgare il buon uso della lingua italiana.
Giuseppe B.
Ravenna
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Gentile Giuseppe, per quale motivo non dovrei risponderle
(soprattutto dopo i complimenti che ho ricevuto. Scherzo, naturalmente)? La
locuzione, dunque, come lei ha anticipato, si riferisce a una persona che cade
in miseria. È tratta dal verbo "spiantare", che significa "sradicare, estirpare un
albero" dal terreno e un albero "spiantato", ovviamente, non può
dare piú frutti. In senso figurato, quindi, la persona che è andata a spianto è
stata "sradicata" dalla agiatezza, non può piú godere, quindi, di
"frutti economici". ***
La parola del giorno (di ieri) dello Zingarelli, "stufare", ci ha richiamato alla mente un nostro vecchio intervento che riproponiamo.
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