mercoledì 2 novembre 2011

«Rispetto a...»






Il rispetto, sostantivo maschile, è un “sentimento di riguardo, di stima e di deferenza nei riguardi di una persona”. Questa premessa perché alcuni, “spalleggiati” dai vocabolari, fanno seguire questo sostantivo dalla preposizione “a” formando una locuzione come termine di contrapposizione. Bene. Anzi, male. A nostro avviso è un errore che in buona lingua italiana è da evitare. Non diremo, per esempio, i sindacati “rispetto agli” industriali rivendicano piú investimenti ma, correttamente, “nei confronti dei/degli”. La stessa locuzione – sempre a nostro avviso – è tremendamente errata se si adopera come termine di paragone: una città, per esempio, è piú o meno bella “di” un’altra, non “rispetto a” un’altra.


"Rispetto a", insomma, a nostro modo di vedere, non rispecchia l'etimologia del sostantivo:


http://www.etimo.it/?term=rispetto&find=Cerca

* * *

Venerdì scorso abbiamo inviato un messaggio di posta elettronica alla redazione del “Treccani” in rete perché emendasse un orrore che campeggiava sulla prima pagina del sito. Finora l’orrore è rimasto. Ecco il messaggio inviato:
Gentile Redazione,
segnaliamo un "orrore" sulla "homepage" del sito da emendare al più presto:

«Quando l’allievo supera il maestro solo la critica riesce a sminuire le opere di un’artista celeberrimo. E’ il caso di Filippino Lippi, figlio di Filippo Lippi, ...».
Non crediamo sia necessario specificare quale "orrore".
Cordialmente
Fausto Raso

7 commenti:

In.Somma ha detto...

Il problema, Dottor Raso, è che anche i vocabolari di tutto ... rispetto riconoscono l'accezione da cui Lei gentilmente ci mette in guardia.
Per il Devoto-Oli "rispetto" significa anche "modo di considerare, punto di vista" e "rispetto a " assumerebbe il significato di "in relazione/in rapporto a": "rispetto all'anno scorso la vita è molto più cara".
Non possiamo, dunque, fidarci neanche di un buon vocabolario?
Grazie per l'attenzione.

Fausto Raso ha detto...

Per carità, gentile In.Somma, è solo una mia opinione. Anche se i "buoni" vocabolari non condannano la locuzione "rispetto a", personalmente non mi sento di adoperarla nel significato riportato dal Devoto Oli.
Cordialmente

In.Somma ha detto...

Gentile Dottor Raso,
diciamo che la mia era soltanto una domanda retorica: i vocabolari 'abbracciano' un'ampia gamma di significati, sacrificando (spesso o talvolta, dipende dai casi e dai dizionari) la ricercatezza linguistica.
Nel Suo sito, invece, possiamo apprezzare un'attenzione specifica rivolta alla finezza espositiva e di questo non possiamo che esserLe grati.
Ora una domanda, se permette: secondo Lei è preferibile dire "Morto PER arresto cardiaco" oppure "Morto A CAUSA DI (un) arresto cardiaco"?
La ringrazio anticipatamente

Fausto Raso ha detto...

Cortese In.Somma, La ringrazio per le sue gentili parole. Quanto alla sua domanda, Le confesso che - a mio giudizio - non c'è una "corsia preferenziale". Forse, però, è preferibile "per"... per dare una maggiore scorrevolezza alla frase (o al periodo).
Cordialità

In.Somma ha detto...

Gentile Dottor Raso,
capisco che mi accingo a spaccare il capello in quattro, ma cito altri esempi in merito a "Morto per ...", poiché ritengo utile la distinzione tra il complemento di fine e il complemento di causa.
"Morto per una giusta causa/per la Patria": "per una giusta causa/per la Patria" sono complementi di fine (o scopo).
"Morto per asfissia/per il fumo": "per asfissia/ per il fumo" sono complementi di causa.
Sbaglio, forse?
Grazie nuovamente e cordiali saluti.

Fausto Raso ha detto...

Non sbaglia affatto, cortese In.Somma.

In.Somma ha detto...

Indubbiamente i complementi di causa e di fine sono spesso introdotti dalle stesse preposizioni (a, da, per) e questo potrebbe renderne ardua la distinzione.
Se scrivo o dico "Morto per asfissia", comunque, è chiaro che l'asfissia è la causa del decesso; se scrivo o dico "Morto per il fumo" il fumo è la causa, ma potrebbe trarre in inganno e sembrare un complemento di fine, forse perché il concetto stesso di "asfissia" è legato alla morte, il concetto di "fumo" no.
Per questa ragione credo sia preferibile dire o scrivere "Morto a causa del fumo": la frase conserva la scorrevolezza (a cui Lei faceva giustamente riferimento per gli esempi precedenti) e appare più chiara (non approssimativa) ed elegante.
In fondo, gentile Dottor Raso, scrivere e parlare bene la nostra lingua è anche questa minuziosa ricerca del modo migliore di esprimere un concetto e lo studio di questi dettagli, non crede?
Ma capisco che sto cavillando.
Mi scuso e La ringrazio per l'attenzione.