mercoledì 25 maggio 2011

«Stare a dozzina»


Ecco un altro modo di dire, del nostro meraviglioso idioma, poco conosciuto. Ne sa qualcosa il cavalier Trombini, che costretto per lavoro ad abitare temporaneamente in casa d'altri, "in subaffitto", si sentí dire che «stava a dozzina». Vediamo, dunque, il significato di questa locuzione che, lí per lí, Trombini non seppe "interpretare". Due sono le origini del modo di dire. L'espressione significa, intanto, "vivere in casa altrui pagando un tanto il mese per il vitto e per l'alloggio". Molti Autori sostengono, in proposito, che l'espressione derivi dal fatto che un tempo il fitto si pagava ogni dodici giorni ('dozzina'), non ci sono, però, "prove provate". Sentiamo la versione del Tommaseo: «Il dare, lo stare, l'essere, il mettersi, il tornare a dozzina, il tenere dozzina, numero determinato per l'indeterminato, viene forse da questo: che ce ne vuole un certo numero perché il conto torni; o perché il numero dodici, oltre l'essere compito, segnatamente ne' conviti, è tenuto di buon augurio, o da' dodici commensali alla cena del Signore».

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Dr. Raso
Mi permetta di aggiungere altre ipotesi al detto. “tenere o stare a dozzina”. Intanto è da dire che la “dozzina” con il suo multiplo la grossa (dodici dozzine) adoperata come unità di conteggio e valutazione economica ed usata principalmente nella vendita di uova, lacci, bottoni ecc, fu poi adoperata anche in ambito librario. Specificatamente in Italia la vendita “alla dozzina” era una modalità di vendita in quantità minore. Interessante a tal proposito il libro di M. CALLEGARI, Dal torchio del tipografo al banco del libraio. Stampatori, editori e librai a Padova dal XV al XVIII secolo, Padova, CNA, Il Prato, 2002). Certamente la parola dozzina, legata al concetto di tassa o tributo, fu usata fin dal Quattrocento con il duplice significato numerico e di trattamento andante, comune e per niente ricercato. Espressioni come «essere a dozzina» o «tener dozzina» corrispondevano ad un’ospitalità offerta o ricevuta (in locande, ma anche in famiglie nel caso di studio o apprendistato) semplice, ordinaria, che scadeva nella grossolanità (LURATI, Dizionario dei modi di dire, 2001, pp. 253-256). Per estensione «dozzinale» è qualcosa di rozzo, poco curato.
Cordialmente
Ivana Palomba

Fausto Raso ha detto...

Gentilissima Ivana,
la ringrazio di cuore per l'"ampliamento" sull'origine del modo di dire. I suoi illuminanti commenti sono sempre piú che graditi.
FR