mercoledì 6 aprile 2011

Connotare e avallare


Forse è il caso di ricordare agli amici blogghisti, che ieri hanno seguito la trasmissione televisiva “Ballarò”, che il presente indicativo del verbo “connotare” ha l’accentazione piana (io connòto), e che il verbo “avallare” ha una sola “v”. Perché queste precisazioni? Perché il direttore del giornale l’Unità, Concita De Gregorio, ospite della trasmissione, ha più volte ripetuto: “questo cònnota che”, “questo avvalla che”. Ha sbagliato, quindi, l’ortoepía di entrambi i verbi. Non vorremmo che qualche studente - se, eventualmente, avesse assistito alla trasmissione - “copiasse” il direttore del giornale. A proposito di giornale, abbiamo seguito, forzatamente, l’uso comune di chiamare “direttore” una donna. È un uso che non condividiamo. Perché nella scuola c’è la direttrice, mentre nei giornali - se diretti da una donna - c’è il direttore e non la direttrice? Misteri eleusini.


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A proposito di “misteri eleusini”, si dice di cose che rimangono oscure; quando si ha l’impressione che di una determinata cosa non ci si capirà mai nulla. Questi “misteri” si celebravano a Eleusi ed erano famosissimi in tutta la Grecia antica. Gli iniziati dovevano giurare di conservare il segreto sul loro svolgimento, per questo motivo non si è mai saputo in cosa consistessero.

6 commenti:

Barbara ha detto...

L'italiano è una lingua molto ricca che ci dà varie possibilità di scelta, tutte valide. Come donna nella fascia di età 30-40 anni, preferisco il maschile perché penso che direttrice di un giornale avrebbe connotazioni negative che sminuirebbero il ruolo. Non è una questione di grammatica o di vocabolario, ma di scelte personali. Per quel che mi riguarda, trovo preferibile privilegiare la parola più neutra perché il sesso di chi svolge una professione dovrebbe essere irrilevante. Provi a chiedere a donne avvocato come preferiscono essere chiamate e vedrà che pochissime le risponderanno avvocata o avvocatessa.

carola ha detto...

Cara Barbara, io direttrice lo trovo corretto, molto corretto! "Penso che direttrice di un giornale avrebbe connotazioni negative che sminuirebbero il ruolo" oggi più che mai urge usare il femminile, già il solo fatto di mettere in discussione un ruolo, capacità e professionalità solo perché al posto della "o" si usa una "e" vuol dire due cose "mostrare debolezza ed incertezza" da parte delle donne e permettere ancora una volta all'ombra "sesso maschile" di oscurare il ruolo della donna nella società,nel lavoro...
P:S "direttore" non la trovo per niente neutrale ma decisamente maschile!

N.B iniziare ad usare il femminile sarebbe decisamente una bella abitudine se non si desidera rimanere ai margini e interrompere cosi questo pessimo schema mentale.

Saluti Carola

il puntiglioso ha detto...

Faccio mie le parole di carola.

Barbara ha detto...

Carola, grazie del commento.
E' una questione che mi è capitato di discutere spesso perché ovviamente c'è chi la pensa in modo opposto al mio, comunque ho constatato che in generale premono per il femminile gli uomini oppure le donne che svolgono una professione dove il problema non si pone (dottoressa, professoressa ecc.), quindi descrizioni che non le riguardano direttamente, invece a preferire il maschile sono più spesso donne che ricoprono ruoli che storicamente erano maschili (avvocato, architetto, ingegnere), quindi qualcosa che le riguarda direttamente.
Chi tra questi dovrebbe avere più voce in capitolo? Credo nessuno, il bello dell'italiano è proprio quello che al momento non esiste una regola unica ma sono valide entrambe le opzioni. Ciascun parlante può scegliere quella che preferisce in base alla propria sensibilità. Sarà interessante vedere fra 20-30 anni se sarà ancora così oppure se (e quale) delle due forme prevarrà.

carola ha detto...

Ciao Barbara, credo che nessuna delle due forme debba prevale ma esserci semplicemente rispetto e riconoscimento alla professionalità della persona al di là del sesso.
Come affermi ognuno può scegliere ma partendo dal fatto "che noi siamo le parole che diciamo" penso solo che per quelle donne che vogliono essere riconosciute nel loro ruolo che sia lavorativo,politico,o altro è da lì che devono iniziare mettendo i puntini sulle "i" partendo anche da quelle "o, a, esse" scrollandosi da addosso l'imitazione del ruolo maschile e crearne uno nuovo femminile.

Saluti anche a Puntiglioso

Monmartre ha detto...

Buon giorno,
sono d'accordo nel sostenere che una persona sia libera di dscegliere una o l'latra regola, ma, avvenuta la scelta, dovrebbe attenercisi in modo coerente e non saltare dall'una all'altra per "convenienza".
Ben venga la scelta di dire: «Silvana Giacobini è un bravo direttore», ma, coerentemente, la stessa persona dovrebbe dire: «Isabella Ferrari è un bravo attore» e «Bianca Balti è un bravo modello».
Personalmente, quando esiste il femminile di un nome, preferisco la concordanza col genere.

Saluti Monmartre