domenica 17 aprile 2011
Se guadagni... pascoli
A proposito dell'uso corretto del verbo "guadagnare" - di cui abbiamo parlato ieri - riproponiamo un nostro vecchio articolo - per coloro che seguono da poco tempo le nostre modeste noterelle - sul significato "nascosto" del verbo. Chi sa se i nostri cortesi amici sanno che quando guadagnano… pascolano. E ci spieghiamo. Tutti conoscono il significato “scoperto”del verbo guadagnare; se non altro basta aprire un qualsivoglia vocabolario della lingua italiana e leggere: “Trarre profitto, utile, da un lavoro, a riconoscimento dei propri meriti e fatiche”. Questo, per l’appunto, il significato che abbiamo definito scoperto. E quello “coperto”, cioè nascosto dentro la parola? Per… scoprirlo è necessario studiare l’origine del verbo – che non è schiettamente italiana – la quale ci porta al franco-gotico “waidanjan” (pascolare), derivato di “waida”, pascolo, appunto. Per i nostri progenitori, infatti, la maggior fonte di ricchezza, di… guadagno, era data dall’allevamento di bestiame. Con il trascorrere del tempo il verbo – come avviene spessissimo in lingua – ha perso il significato originario (“coperto”) di pascolare per assumere quello “scoperto” di trarre lucro. Ma non finisce qui. Vi sono altre parole di uso comune – provenienti, però, dal latino – che ci riportano sempre ai… pascoli: peculio, pecunia e peculato. Tutte e tre, infatti, vengono dal latino “pecus” (armamento, gregge). Vediamo, ora, i significati “scoperti” dei tre termini. Peculio: somma di denaro accumulata con la costanza di piccoli risparmi. In origine il peculio era la quantità di beni posseduti, soprattutto in bestiame (“pecus”, pecora). Pecunia: denaro. Originariamente “ricchezza consistente in bestiame” (“pecus”, pecora, gregge). Peculato: appropriazione indebita di denaro o beni pubblici da parte di un funzionario pubblico. E sempre in tema di guadagno, di… pascolo, finiamo con il “capitale” che un tempo indicava esclusivamente il numero dei capi di bestiame bovino posseduti.
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3 commenti:
[…] vengono dal latino “pecus” (armamento, gregge). […]
Armento, forse?
–Gianni
PS: grazie per le sue illuminanti «noterelle», professore: squarciano le tenebre linguistiche che circondano sia gli scriventi che i parlanti.
No, gentile Gianni,
l'armento non c'entra con le... pecore.
Viene dal latino "armentu(m)", della stessa radice di "arma".
Cordialmente
FR
Professore,
altra tenebra dissolta.
Grazie, di nuovo.
–Gianni
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