Due parole, due, sull’uso corretto di “rapimento” e “sequestro”. Ci affidiamo alle sapienti note del linguista Luciano Satta. Invitiamo, quindi, coloro che amano il bel parlare e il bello scrivere a seguire i suoi preziosi consigli.
A vocabolari chiusi, noi diciamo che c’è una differenza. E chi la conosce non si meravigli della presente noterella, che noi facciamo perché la differenza viene rispettata solo di rado. Per quel che riguarda l’azione, possiamo usare indifferentemente uno dei due sostantivi, con i corrispondenti verbi: “Il rapimento (il sequestro) è avvenuto per la strada”, “La donna è stata rapita (sequestrata) per la strada”. Ma quando invece dell’azione si parla dello stato, noi distingueremmo, facendo a meno di ‘rapimento’ e usando ‘sequestro’: “Il sequestro è durato un mese”, e non “Il rapimento è durato un mese”. Sennò, altro che moviola. In parole povere, secondo noi ‘rapimento’ indica l’azione e basta, ‘sequestro’ può indicare sia l’azione sia lo stato.
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