venerdì 11 giugno 2010

Come è nata la "toletta"


Se apriamo un qualunque vocabolario alla voce “toeletta” leggiamo tre accezioni che riportiamo: 1) nell’arredamento della camera da letto, mobile, tavolinetto fornito di specchio, dove le donne tengono tutto quanto è a loro necessario per pettinarsi e imbellettarsi; 2) la serie delle operazioni che la donna compie nel vestirsi, pettinarsi e truccarsi; 3) in un locale pubblico, stanza dove sono i servizi igienici, gabinetto. “Toletta”, lo sappiamo tutti, è la forma italianizzata del francese “toilette” che, oltrepassate le Alpi (ma no solo queste) - nel Settecento - è giunta a noi ed è stata accolta “trionfalmente” tanto che - come abbiamo visto - ha acquisito significati che apparentemente sembrano opposti. Come è avvenuto tutto ciò? Il... tutto si spiega ripercorrendo la storia della fortunata parola. Quando questo termine fu coniato, verso la fine del Cinquecento, era soltanto il diminutivo di “toile” (tela) e voleva dire, per tanto, “piccola tela”, “toletta”, vocabolo con cui si volle indicare dapprima il drappo sottile ed elegante, molto spesso ornato e ricamato che si soleva stendere su un piccolo tavolo collocato nella camera da letto, davanti al quale la dama si sedeva per abbigliarsi. Come si sa, con il tempo, da una parola nascono molti altri significati estensivi; nel caso che stiamo esaminando il termine francese “toilette” (toletta) passò ben presto a indicare lo stesso piccolo tavolo su cui la “toletta” si stendeva; poi lo stanzino ove spesso era collocato (oltre che nella camera da letto); piú tardi l’operazione stessa dell’acconciarsi, del vestirsi, e, addirittura, lo stesso vestito. Il termine ebbe molta fortuna tanto che “penetrò” in tutte le lingue europee. A questo punto nasce spontanea la domanda: come mai la ‘toletta’ è passata a indicare anche il luogo o, meglio, lo stanzino in cui ci sono i servizi igienici? Perché - la risposta è piú semplice di quanto si possa immaginare - molto spesso la toletta (tutto l’occorrente per abbigliarsi) era posta in una stanza provvista di lavandino e altri... servizi; di conseguenza il termine ha assunto, sempre per estensione, l’accezione a tutti nota: gabinetto. E a proposito di gabinetto, il vocabolo italianissimo dovrebbe essere, anzi è, quella parolina bollata di volgarità: cesso. Se ci rifacciamo, però, alla sua etimologia, possiamo notare che è un termine molto delicato nel suo significato: ritirata. Cesso, infatti, non è altro che il participio passato del verbo latino “cedere” (ritirarsi) e allude a un’operazione riservata, appartata, che si fa in... ritiro. Coloro che per motivi di lavoro viaggiano spesso in treno si saranno imbattuti, qualche volta, in una piccola stazione di provincia e avranno avuto occasione, quindi, di leggere sulla porta dei gabinetti la buffa parola “ritirata”.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Gentile Dr. Raso
se mi permette vorrei apportare alcune correzioni e aggiunte a quanto da lei detto: dove scrive "piccola tela" e "toletta" la seconda è "teletta" così come scrive Aldo Gabrielli; infatti il linguista conclude la sua disquisizione dicendo che in italiano è da preferirsi "teletta", la più naturale e calzante delle traduzioni ma rispettando la preferenza dell’uso consiglia "tolétta".
Cordialmente
Ivana Palomba

Fausto Raso ha detto...

Ha perfettamente ragione, gentilissima Ivana. Grazie

il puntiglioso ha detto...

Egregio dott. Raso,
non ci avevo fatto caso: ha ragione la lettrice Palomba. Ma ciò non intacca assolutamente la sua "autorevolezza" in fatto di lingua. Con stima

Anonimo ha detto...

Perfettamente d'accordo con il puntiglioso.
Ivana

Fausto Raso ha detto...

Ringrazio di cuore la gentile Ivana e il cortese puntiglioso.