di Salvatore Claudio Sgroi
1. Un modo di
dire tradizionale
È
un modo di vedere la realtà tradizionale e diffuso il dire, in fatto di lingua
(e non solo), "È l'Eccezione alla
Regola", riconoscendo così un vulnus per la Regola, una
contrapposizione e una minaccia per la sua stessa esistenza.
2. Un secondo
modo dire
Un
altro modo di dire come "L'eccezione conferma la regola" da
un lato vuole contrastare l'opinione secondo cui "un'eccezione annulla la
regola", e dall'altro si sottintende che "una eccezione non è una
regola che annulla un'altra regola".
Una
visione più adeguata ci sembra invece il sostenere che l'Eccezione è in realtà
anch'essa una Regola, magari minoritaria, che si contrappone a un'altra Regola
più diffusa e magari maggioritaria e riconosciuta.
Per
es. si dice comunemente che la Regola del comparativo in italiano implica la
combinazione di "più/meno + agg.
qualif." es. più/meno bello, con
l'eccezione dei comparativi sintetici come migliore, meglio, peggiore, peggio in quanto latinismi, per cui non
si può dire normativamente *più migliore/*più
meglio. In termini teoricamente più corretti, invece, si può sostenere che
in italiano la Regola-1
(maggioritaria) del comparativo analitico più/meno
bello si affianca alla Regola-2 (minoritaria)
del comparativo sintetico migliore,
meglio ecc.
3. L'Errore: un
uso non sgrammaticato ma generato da una Regola e giudicato negativamente
L'"Errore" è tradizionalmente un uso
"sgrammaticato", giudicato quindi negativamente rispetto a un Uso
grammaticalmente corretto, così nel caso degli ess. su citati *più migliore/*più meglio.
Per
conto mio, invece, l'Errore è un uso,
variamente diffuso, giudicato sì negativamente con diverse motivazioni, ma
generato da una Regola-1, spesso inconscia, ed è opposto a un Uso giudicato
positivamente, generato a sua volta da una Regola-2.
L'Errore
e l'Uso corretto sono quindi entrambi forme prodotte da una diversa grammatica,
ma con giudizi di valore opposti (cfr.
S.C. Sgroi, Gli Errori ovvero le Verità
nascoste, Palermo, Centro di studi filologici e linguistici siciliani
2019).
Nel
caso di *più migliore/*più meglio la
Regola che li ha generati è la stessa Regola del comparativo in italiano che
implica la combinazione di "più/meno
+ agg. qualif." es. più/meno bello
estesa a migliore e meglio.
Normativamente *più migliore / *più meglio sono però giudicati
"errati" perché, pur costrutti comprensibili, sono tipici dei
parlanti/scriventi semi(n)colti dell'italiano (regional)popolare.
4. Un terzo modo
di dire
L'espressione
"L'Eccezione fa la Regola",
titolo di un intrigante volume di M. Motolese, sottotitolo Sette storie di errori che raccontano l'italiano (Garzanti 2022),
non nega, né minaccia la Regola, ma piuttosto promuove a Regola l'Eccezione,
prima misconosciuta in quanto Regola.
Implicitamente
se ne deduce anche che certe Eccezioni non fanno la regola, ovvero che non
tutte le Eccezioni fanno regola.
C'è
da chiedersi ancora quand'è che l'Eccezione diventa Regola, rispetto alla
diversa concezione per la quale l'Eccezione ha sempre dietro di sé una Regola,
magari nascosta o difficile da individuare.
5. L'Eccezione
non esiste
Secondo
una concezione radicale della realtà si può sostenere invero che l'Eccezione non esiste. Ogni aspetto
della realtà è generato da una Regola, spesso inconscia per il parlante, non
evidente a prima vista, e da scovare.
Ovvero
l'Eccezione, quando esiste, -- e si potrebbe ancora legittimamente sostenere
che l'Eccezione esiste sempre, -- è
solo un caso che attende di essere spiegato da una Regola "in lista
d'attesa" per essere identificata.
6. Ottimismo e
pessimismo epistemologico
Epistemologicamente,
una posizione ottimistica caratterizza chi riconosce sì l'esistenza -- ma
contingente -- di eccezioni, rispetto a
chi pessimisticamente ritiene che le eccezioni esistono --necessariamente -- e
non sono eliminabili.
(Le
immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i
diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)
Nessun commento:
Posta un commento