lunedì 3 ottobre 2022

Sgroi - 139 - Regole, eccezioni ed errori


di Salvatore Claudio Sgroi

  

1. Un modo di dire tradizionale

È un modo di vedere la realtà tradizionale e diffuso il dire, in fatto di lingua (e non solo), "È l'Eccezione alla Regola", riconoscendo così un vulnus per la Regola, una contrapposizione e una minaccia per la sua stessa esistenza.


2. Un secondo modo dire

Un altro modo di dire come "L'eccezione conferma la regola" da un lato vuole contrastare l'opinione secondo cui "un'eccezione annulla la regola", e dall'altro si sottintende che "una eccezione non è una regola che annulla un'altra regola".

Una visione più adeguata ci sembra invece il sostenere che l'Eccezione è in realtà anch'essa una Regola, magari minoritaria, che si contrappone a un'altra Regola più diffusa e magari maggioritaria e riconosciuta.

Per es. si dice comunemente che la Regola del comparativo in italiano implica la combinazione di "più/meno + agg. qualif." es. più/meno bello, con l'eccezione dei comparativi sintetici come migliore, meglio, peggiore, peggio in quanto latinismi, per cui non si può dire normativamente *più migliore/*più meglio. In termini teoricamente più corretti, invece, si può sostenere che in italiano la Regola-1 (maggioritaria) del comparativo analitico più/meno bello si affianca alla Regola-2 (minoritaria) del comparativo sintetico migliore, meglio ecc.

 

3. L'Errore: un uso non sgrammaticato ma generato da una Regola e giudicato negativamente

L'"Errore" è tradizionalmente un uso "sgrammaticato", giudicato quindi negativamente rispetto a un Uso grammaticalmente corretto, così nel caso degli ess. su citati *più  migliore/*più meglio.

Per conto mio, invece, l'Errore è un uso, variamente diffuso, giudicato sì negativamente con diverse motivazioni, ma generato da una Regola-1, spesso inconscia, ed è opposto a un Uso giudicato positivamente, generato a sua volta da una Regola-2.

L'Errore e l'Uso corretto sono quindi entrambi forme prodotte da una diversa grammatica, ma  con giudizi di valore opposti (cfr. S.C. Sgroi, Gli Errori ovvero le Verità nascoste, Palermo, Centro di studi filologici e linguistici siciliani 2019).

Nel caso di *più migliore/*più meglio la Regola che li ha generati è la stessa Regola del comparativo in italiano che implica la combinazione di "più/meno + agg. qualif." es. più/meno bello estesa a migliore e meglio.

Normativamente *più migliore / *più meglio sono però giudicati "errati" perché, pur costrutti comprensibili, sono tipici dei parlanti/scriventi semi(n)colti dell'italiano (regional)popolare.

 

4. Un terzo modo di dire

L'espressione "L'Eccezione fa la Regola", titolo di un intrigante volume di M. Motolese, sottotitolo Sette storie di errori che raccontano l'italiano (Garzanti 2022), non nega, né minaccia la Regola, ma piuttosto promuove a Regola l'Eccezione, prima misconosciuta in quanto Regola.

Implicitamente se ne deduce anche che certe Eccezioni non fanno la regola, ovvero che non tutte le Eccezioni fanno regola.

C'è da chiedersi ancora quand'è che l'Eccezione diventa Regola, rispetto alla diversa concezione per la quale l'Eccezione ha sempre dietro di sé una Regola, magari nascosta o difficile da individuare.

 

5. L'Eccezione non esiste

Secondo una concezione radicale della realtà si può sostenere invero che l'Eccezione non esiste. Ogni aspetto della realtà è generato da una Regola, spesso inconscia per il parlante, non evidente a prima vista, e da scovare.

Ovvero l'Eccezione, quando esiste, -- e si potrebbe ancora legittimamente sostenere che l'Eccezione esiste sempre, -- è solo un caso che attende di essere spiegato da una Regola "in lista d'attesa" per essere identificata.

 

6. Ottimismo e pessimismo epistemologico

Epistemologicamente, una posizione ottimistica caratterizza chi riconosce sì l'esistenza -- ma contingente -- di eccezioni,  rispetto a chi pessimisticamente ritiene che le eccezioni esistono --necessariamente -- e non sono eliminabili.





 








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