lunedì 17 ottobre 2022

Ammarare e... ammarrare



AstroSamantha è tornata a casa: la capsula Crew Dragon Freedom è ammarata nell'Atlantico

Questo titolo di un quotidiano in Rete ci dà lo spunto per mettere in evidenza il fatto che il verbo "ammarare" non è la variante di "ammarrare" (con due "r") come molti ritengono, anche gente di cultura. Tra i due verbi c'è una notevole differenza semantica (significato). Quanto al titolo, sarebbe stato "piú corretto" se gli addetti alla titolazione avessero adoperato l'ausiliare "avere": ha ammarato. Ma tant'è. E veniamo ai due verbi che non sono ─ come specificato ─ l'uno variante dell'altro. Quello con una sola "r" (ammarare) significa "scendere e posarsi sull'acqua" (si dice di un aereo, di un idrovolante e di un veicolo spaziale). Gli etimologisti lo fanno derivare dal sostantivo mare, coniato sul modello di atterrare. Ammarrare (con due "r") sta per "ormeggiare", "attraccare". Non è di provenienza italica, ma gallica: ammarrer, a sua volta dall'olandese maren, 'attaccare'. Ma oggi, sembra, è quasi in disuso.


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La lingua "biforcuta" della stampa

Feriti due bambine di 4 e 7 anni, cinque donne adulte e un uomo di 40 anni, tutti peruviani, oltre alla vigilessa che era alla guida

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Prima o poi, speriamo, gli operatori dell'informazione impareranno quale è la forma femminile corretta di vigile. Quanto a donne adulte... Treccani:  (Donna) Nella specie umana, l’individuo di sesso femminile, soprattutto dal momento in cui abbia raggiunto la maturità anatomica e quindi l’età adulta. Una donna, per tanto, è... adulta.

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Pisa, in attesa per 6 ore seduto su una sedia al pronto soccorso con una trombosi

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Chi aveva la trombosi? La sedia?



(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)


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