lunedì 8 maggio 2017

Dar le pere


«Questa volta l'ha fatta proprio grossa  - sbottò il capufficio - domani proporrò al capo del Personale di "dar le pere" al ragionier Fruttini, non posso controllare sempre il suo lavoro mal fatto, non ho tempo!». "Dar le pere" - lo avrete intuito - significa "mandar via uno", "licenziarlo". Questa locuzione (forse poco conosciuta) si adopera, però, soprattutto nei confronti dei fidanzati che si lasciano, che rompono la loro promessa: Piero e Angela si son date le pere. Il Tommaseo spiega cosí  questo modo di dire: «Forse perché con la frutta il desinare è finito... ». L'allusione alla tavola imbandita si trova anche in un'altra locuzione, molto antica e anche questa - probabilmente - non molto nota: "aspettar le pere guaste": trattenersi a tavola piú del dovuto. Le pere "marce" erano cotte nel vino e venivano servite alla fine di un lauto pranzo. Ci sono altre espressioni in cui le pere "la fanno da padrone". Si veda qui.

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Buttare

Questo verbo, della prima coniugazione, cambia di significato a seconda della "transitività" e "intransitività". Quando sta per "sciupare", "scagliare", "gettare", "annullare", "demolire" e simili è transitivo: in pochi minuti ha buttato tutto il lavoro svolto negli anni; anticamente c'era l'usanza, a fine anno, di buttare dalla finestra i mobili vecchi. È intransitivo, e prende l'ausiliare avere, quando significa "germogliare": quest'anno alcune piante tardano a buttare. Si adopera anche in forma riflessiva con il significato di "dedicarsi", "darsi" e simili: Luigi si è buttato nello studio della musica.

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