Da un quotidiano in rete:
Siamo stati accusati di censurare
sempre la lingua "biforcuta" della carta stampata e no. Ma come
facciamo a chiudere un occhio davanti a simili strafalcioni linguistici? La
prognosi non è un reparto ospedaliero come lo è, per esempio,
"ortopedia", "cardiologia" ecc.: il paziente è stato
ricoverato "in" ortopedia. La prognosi, come si può leggere in un
qualsivoglia vocabolario della lingua italiana, è la «previsione sul decorso e
sull'esito di una malattia: fare una prognosi; prognosi benigna». Il titolo
corretto, dunque, avrebbe dovuto essere: "La donna è ricoverata CON
prognosi riservata". La "prognosi riservata" viene emessa quando
i sanitari non hanno elementi sufficienti per dare un responso definitivo. E
visto che siamo in argomento vediamo la differenza tra la diagnosi e la
prognosi perché, molto spesso, i due termini si confondono. La diagnosi è l'
"individuazione" di una patologia, la prognosi (come abbiamo visto)
"indica" la durata e l'esito di una malattia o di un trauma.
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La parola, di ieri, proposta da
"unaparolaalgiorno.it": dapifero.
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