martedì 28 ottobre 2014

Lettera aperta dei verbi Iniziare, Riaprire e Presiedere

Pregiatissimo Signor Direttore del Portale,
confidando nella sua ormai nota e cortese disponibilità, la preghiamo di voler pubblicare la lettera che le inviamo perché i lettori, amanti della nostra meravigliosa lingua, possano venire a conoscenza della costituenda A.N.Pa.Vi.G.I. (Associazione Nazionale Parole Vittime Giornalisti Ignoranti) per la salvaguardia e l'onorabilità delle parole vittime dell'ignoranza linguistica di taluni giornalisti. Con il termine parola si intende, naturalmente, ciascuna delle nove parti del discorso non adoperate correttamente da chi, al contrario, per il suo mestiere dovrebbe essere dispensatore di cultura linguistica. Coloro, quindi, che si ritengono danneggiati dal cattivo uso del loro nome potranno scrivere - una volta espletate le formalità di legge per la costituzione dell'Associazione - al nostro ufficio legale il quale, sentito il parere dei probiviri, provvederà a mettere alla gogna gli autori del "crimine linguistico".
Promotori dell'iniziativa sono i verbi Iniziare, Riaprire e Presiedere, quest'ultimo - grazie al suo nome - assumerà la presidenza dell'Associazione. I predetti verbi, dunque, ritenendosi i piú calpestati dalla stampa scritta e parlata, hanno deciso - con la presente lettera - di fare chiarezza, una volta per tutte - sul loro corretto impiego. Cominciamo con Iniziare il quale, essendo solo transitivo, non può essere adoperato intransitivamente come si può fare con i colleghi Cominciare e Incominciare. Iniziare, insomma, significando "dare inizio", "dare principio" è solo transitivo, appunto e in quanto tale deve essere introdotto da un soggetto che compia l'azione, cioè da qualcuno che "dia inizio" (a qualcosa). È tremendamente errato, per tanto, scrivere o dire "domani la Camera inizierà l'esame della proposta di legge presentata dai capigruppo", come ci 'propina' la stampa a ogni piè sospinto. Come può la Camera, soggetto inanimato, compiere l'azione del "dare inizio"? Che cosa fare, allora? Semplice, si ricorre alla particella "si" e si forma un finto passivo: domani si inizia alla Camera ecc.
E veniamo a Riaprire, lasciando al neonato presidente Presiedere il  compito di chiudere questa lettera. Riaprire, dunque, lo dice la stessa parola, significa "aprire di nuovo" e può essere tanto transitivo quanto intransitivo pronominale (riaprirsi). E qui sta il punto. Essendo un intransitivo pronominale deve essere sempre accompagnato dalla particella... pronominale. È un grossolano errore srivere o dire, per esempio, il cinema chiude alle 17:00 e riapre alle 21:00. In buona lingua si dirà e si scriverà "si riapre" alle 21:00. Alcuni vocabolari sostengono, in proposito, la tesi secondo la quale quando 'riaprire' sta per "riprendere la normale attività" si può doperare senza la particella pronominale: quando 'riaprono' le scuole? No, amici, non seguite questi esempi forvianti. Si deve dire, correttamente, quando "si riaprono" le scuole? La penna, ora, per la conclusione e i saluti, al presidente Presiedere. Amici cari, io sono - contrariamente a quanto si creda - un verbo propriamente intransitivo e devo essere accompagnato, quindi, dalla preposizione "a": presiedere "a" una cerimonia. Alcuni, quando vogliono mettere in evidenza il mio riferimento all'esercizio diretto e immediato di una carica, mi adoperano con significato transitivo: presiedere "un" congresso.  È un uso, questo, che posso tollerare solo in uno scritto informale, in buona lingua italiana è da evitare.
Grati della vostra attenzione, ringrazio il Direttore della sua squisita ospitalità e vi saluto con i miei colleghi promotori della                                                                                                                                                                                                                                                                                  A.N.Pa.Vi.G.I.


4 commenti:

Beppe ha detto...

Mi pare ovvio che Camera (nell'uso da lei fatto) non sia un soggetto inanimato, in quanto è un'assemblea di deputati.
Beppe

Fausto Raso ha detto...

Gentile Beppe,
resto della mia opinione: la Camera è un soggetto inanimato.
Cordialmente
FR

Beppe ha detto...

Ci mancherebbe...
Beppe

Teo ha detto...

Francamente non vedo proprio perché l'espressione censurata non sia ammissibile. Anche un "soggetto inanimato", quanto meno in senso metaforico, può iniziare qualcosa. Altrimenti non sarebbe affatto un soggetto. Inoltre, nel Battaglia-Barberi Squarotti sono registrate attestazioni di "iniziare" intransitivo risalenti al Boccaccio! E comunque ormai l'uso di "iniziare" come sinonimo di cominciare anche in senso intransitivo è ammessa e tollerata da tutti i repertori lessicografici e grammaticali, anche quelli normativamente più rigorosi, dal Treccani alla grammatica di Serianni.
Nel Treccani in linea si legge:

http://www.treccani.it/vocabolario/iniziare/
b. intr. (aus. essere) Avere inizio, cominciare: lo spettacolo inizia alle ore 21; è iniziata la primavera; la corsa dell’autobus inizia a piazza Cavour. In passato era frequente l’uso come intr. pron.: Per ch’io prego la mente in che s’inizia Tuo moto e tua virtute (Dante); la stagione estiva s’iniziò con un forte temporale; talvolta con valore di passivo: il poema s’inizia con l’invocazione alle Muse; lo spettacolo s’inizia alle ore 21.

L'uso con la particella "si" è appunto considerato appartenente al passato.
Io resto dell'opinione che ostinarsi a censurare espressioni ormai accolte pienamente nell'uso dei parlanti giovi poco o nulla alla causa della difesa dell'italiano corretto e della lotta ai forestierismi inutili o ad espressioni francamente aberranti.
Se ci si arrocca su posizioni veteropuriste, che portano addirittura a censurare verbi di schietta origine latina (come "eliminare" per il fatto che ci verrebbe dai "cugini" francesi. E allora? Bruno Migliorini avrebbe detto che le norme glottotecniche sono pienamente rispettate) o espressioni come "avere a che fare" o l'uso intransitivo di "appropriarsi", si rischia di non essere credibili quando invece si tratta di combattere verbi ibridi come "downloadare", "updatare", o avversare l'uso disgiuntivo di "piuttosto che".