domenica 28 agosto 2011
L'incesso e il buono
Due parole, due, su un aggettivo e un sostantivo: "buono" e "incesso". Cominciamo dal secondo, che, anche se di uso "alto", lo eviteremmo per motivi di assonanza con l' "incesto" e con il... "cesso". Vediamo l'incesso, dunque, secondo il "Treccani": "incèsso s. m. [dal lat. incessus -us, der. di incedĕre «incedere»], letter. – L’incedere, il camminare, e più spesso il modo di camminare (indica sempre un portamento e un passo solenne, dignitoso): avanzare con i. regale; aveva l’i. di una dea". Questo sostantivo, dunque, non molto comune, sta per "modo di camminare", "portamento". Consigliamo di adoperare, al suo posto, l'infinito sostantivato "incedere" per le ragioni suddette: Luigi aveva un incedere solenne.
Quanto all'aggettivo "buono", tra le varie accezioni ha anche quella di 'capace': Giovanni è l'unico buono (capace) a fare questo tipo d'intervento. In questo significato si costruisce meglio con "a" che con "di". Alcuni scrittori, tuttavia, preferiscono l'uso della preposizione "di". Tra questi Natalia Ginzburg: "Non era buona di andare in bicicletta".
E a proposito di "buono", interessante la "nota d'uso" di "Sapere.it":
· L’aggettivo al maschile (buono) subisce troncamento in buon (senza apostrofo) davanti a vocale o a consonante seguita da vocale o da l o r (buon amico, buon padre, buon prodotto). La forma dell’aggettivo al femminile (buona) si elide di rado in buon’ (con l’apostrofo) davanti ad a (buon’amica) e ancora più raramente davanti a un’altra vocale.
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3 commenti:
Gentile Dottor Raso,
penso che il sostantivo "incesso" sia uno di quei vocaboli destinati - giustamente, in questo caso - all'estinzione.
Esso, infatti, non soltanto presenta assonanza con "incesto" (come Lei osserva) e con "incenso" (aggiungo io), ma si presta facilmente a grossolani giochi di parole.
Sebbene sia di uso prettamente letterario, lo considero un vocabolo "sgraziato" e suggerisco di sostituirlo con uno dei vari sinonimi che la nostra ricca lingua mette a disposizione: "portamento", "andatura", "movenza/movenze", oltre al più comune "incedere", oggi usato prevalentemente con funzione di sostantivo.
Con stima
Per quanto riguarda l'aggettivo "buono" nell'accezione di "capace", gentile Dottor Raso, non ne condivido l'utilizzo, sebbene sia piuttosto diffuso.
Escludendo alcuni modi di dire (un esempio: "Sei un buono a nulla"), preferisco gli aggettivi "capace" o "bravo": "Giovanni è l'unico 'capace di/bravo nel/in grado di' fare questo tipo di intervento".
Pur rispettando la scelta di Natalia Ginzburg, infine, ritengo sia comunque da preferire la preposizione "a" (anziché "di"), qualora si volesse ricorrere a tale accezione: "buono a", non "buono di".
Grazie dell'ospitalità.
Cortese In.Somma,
condivido totalmente quanto da Lei scritto su "buono".
Cordialmente
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