Ancora un verbo usato, molto spesso, in modo improprio. Si tratta del verbo denominale “rimediare” che alla lettera significa “porre rimedio”, “accomodare una situazione” e anche “ovviare”, “provvedere”, “aggiustare”. Può essere tanto transitivo quanto intransitivo: Giovanni ha cercato di rimediare al misfatto che ha combinato; bisogna rimediare alla mancanza di mezzi; Pietro ha rimediato l’errore commesso dal figlio. Spesso, dicevamo, si adopera impropriamente con i significati di: trovare, raggranellare, raccattare, ottenere, raccogliere e simili: Giulio ha rimediato (ottenuto) un quattro in matematica; Giuseppe ha rimediato un biglietto per lo stadio. Chi ama il bel parlare e il bello scrivere adoperi, dunque, il verbo rimediare nel significato proprio; negli altri casi usi i verbi sopra citati a seconda dei… casi. http://www.etimo.it/?cmd=id&id=14710&md=6463665cd3559dd876fa45f19c7f7c6c
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Come si chiama la persona che legge qualunque cosa che le capiti sotto gli occhi? Non ha una denominazione specifica. Proponiamo “leggivoro” (dalle voci latine “legere” e “-vorus”, da “vorare”, divorare), sulla scia di onnivoro: Mario è proprio un leggivoro, legge di tutto. Che ne pensano gli amatori della lingua?
3 commenti:
il puntiglioso
ha detto...
Gentile dott. Raso, sono certo che se qualche linguista (quelli che "pullulano" in rete, per intenderci) dovesse imbattersi in "leggivoro" storcerebbe il naso perché - mi sembra - le parole composte con il suffisso "-voro" si formano con un sostantivo, non con un verbo. A mio parere, comunque, questo neologismo rende pienamente l'idea della persona che legge di tutto. Lo userò e lo divulgherò. Grazie
Gentile Dottor Raso, tenendo conto di quanto affermato da "il puntiglioso" sulle parole composte con il suffisso "-voro", non pensa che "leggivoro" potrebbe essere inteso come "divoratore di leggi"? Con stima
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Giornalista pubblicista - laurea magistrale in "Editoria e giornalismo" - sono sempre stato attento alle problematiche linguistiche.
Titolare della rubrica di lingua del “Giornale d’Italia” dal 1990 al 2002. Collaboro con varie testate tra cui il periodico romano “Città mese”. Ho scritto "Un tesoro di lingua" e, con Carlo Picozza, giornalista di “Repubblica”, il libro “Giornalismo - Errori e Orrori. Per non essere piantati in Nasso dall’italiano”, con la presentazione di Lorenzo Del Boca, già presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti, con la prefazione di Curzio Maltese, editorialista di “Repubblica” e con le illustrazioni di Massimo Bucchi, vignettista di “Repubblica”. Editore Gangemi - Roma.
Volume vincitore alla III edizione del premio letterario nazionale "L'Intruso in Costa Smeralda". Con Carlo Picozza e Santo Strati ho scritto anche "S.O.S. Scrittura - Primo soccorso linguistico".
Per quesiti: fauras@iol.it Le immagini sono riprese dalla Rete; di dominio pubblico, quindi (se víolano i diritti d'autore scrivetemi, saranno prontamente rimosse).
3 commenti:
Gentile dott. Raso,
sono certo che se qualche linguista (quelli che "pullulano" in rete, per intenderci) dovesse imbattersi in "leggivoro" storcerebbe il naso perché - mi sembra - le parole composte con il suffisso "-voro" si formano con un sostantivo, non con un verbo. A mio parere, comunque, questo neologismo rende pienamente l'idea della persona che legge di tutto. Lo userò e lo divulgherò.
Grazie
Gentile Dottor Raso,
tenendo conto di quanto affermato da "il puntiglioso" sulle parole composte con il suffisso "-voro", non pensa che "leggivoro" potrebbe essere inteso come "divoratore di leggi"?
Con stima
Gentile In.Somma,
a questo punto "idrovoro" si potrebbe intendere come "divoratore di acqua".
Cordialmente
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