venerdì 7 settembre 2012

L'erede, l'elmo e l'èra








Due parole, due, su… tre parole di uso comune per scoprirne il significato ‘nascosto’. Cominciamo con l’ ‘erede’, vale a dire “colui che succede a chi muore”. Proviene dal latino ‘heres’, da cui è facile ritrovare la radice ariana ‘har’, che significa “impossessarsi”. L’erede non si impossessa dei beni del defunto? E l’ ‘elmo’, cioè il copricapo difensivo, di cuoio, di ferro o di bronzo che sia, non si indossa come “protezione” derivando dal germanico ‘helm’, che significa, per l’appunto, ‘protezione’? La terza parola che abbiamo preso in esame è l’ ‘èra’ – quel vocabolo che indica “un periodo di tempo” (epoca, età e simili) – cosí chiamata in quanto proviene dal latino ‘aera’, plurale neutro di ‘aes, aeris’ (monete, bronzo), che era la quantità di gettoni che servivano a calcolare o a rappresentare un determinato numero. In origine, un’ ‘èra nuova’ stava a significare una nuova partita nel libro dei conti. Con il trascorrere del tempo il termine ha acquisito il significato estensivo di ‘data di partenza di una cronologia’, quindi epoca, età, evo.

http://www.etimo.it/?term=erede&find=Cerca

http://www.etimo.it/?term=elmo&find=Cerca

http://www.etimo.it/?term=%E8ra&find=Cerca


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A proposito del plurale di ‘perdigiorno’, del quale abbiamo parlato due giorni fa, segnaliamo un altro termine sul cui plurale non tutti i vocabolari concordano: ‘perditempo’. Alcuni dizionari, categoricamente, sono per l’invariabilità; altri sono più “possibilisti”: variabile e invariabile. Come regolarsi? Consigliamo di attenersi al DOP, Dizionario di Ortografia e di Pronunzia. Si veda, dunque, il collegamento in calce.


http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=26174&r=97457


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