Abbiamo riscontrato una divergenza di
"opinioni grammaticali", nel sito della Treccani, tra il vocabolario
e l'enciclopedia, circa il "sesso" del sostantivo 'eco". Per l'enciclopedia, il predetto sostantivo nella forma singolare è femminile; per il
vocabolario, invece, nel singolare è ambigenere.
Enciclopedia Treccani
La particolarità di questo sostantivo è che cambia di genere tra singolare
e plurale.
• Il singolare del
sostantivo eco, contrariamente a quel che la terminazione in -o potrebbe
far pensare, è di genere femminileL’evento ha avuto una vasta eco
L’iniziativa ha avuto un’eco notevole (con ➔elisione)
• Il plurale, invece, è il maschile echi
Gli echi di guerra
Vocabolario Treccani
èco (ant. ècco) s. f. o m. [dal lat. echo, gr. ἠχώ] (pl. echi, unicamente
masch.). – 1. a. Fenomeno acustico per il quale un suono, riflettendosi contro
un ostacolo, torna a essere udito nel punto in cui è stato emesso, nettamente
separato dal suono che lo ha provocato e tanto più distintamente avvertito
quanto più l’ostacolo è distante (purché naturalmente non lo sia tanto da rendere il suono,
per fenomeni di assorbimento, difficilmente percepibile); più genericam., tutto
ciò che l..
Chiariamolo subito: il predetto sostantivo, nel singolare, può essere tanto
maschile quanto femminile: un eco lontano o un'eco lontana. Il maschile si spiega con la terminazione in
"-o", tipica dei sostantivi maschili, appunto; il femminile è dato,
invece, dalla provenienza mitologica del termine, come la spiega,
magistralmente, Ottorino Pianigiani. Si veda anche qui.
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Nota
d'uso (dal sito "Sapere.it")
La parola eco,
nonostante finisca per -o, è femminile, come le parole greca e latina da
cui deriva; tuttavia talvolta viene usata al maschile e questo si spiega con il
fatto che in italiano i nomi che finiscono per -o sono in maggioranza
maschili; al plurale eco è quasi sempre maschile (gli echi).
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Siamo
esterrefatti. Nella forma plurale il sostantivo in questione è sempre maschile,
non "quasi sempre".
2 commenti:
Egregio dott. Raso,
mi chiamo Michele Grillo e seguo assiduamente il suo blog.Non sono mai intervenuto in dispute linguistiche e simili non ritenendomi sufficientemente preparato per farlo; ma adesso armatomi di coraggio eccomi qua a scriverle. La domanda riguarda l`uso del condizionale in un periodo del libro " L`isola di Arturo " di E. Morante. Cito testualmente: - Mi domandavo cio` ch` ella proverebbe allorche`, fra poco, passando di qua,s` imbatterebbe nel mio corpo-.
Sarebbe altrettanto giusto usare il condizionale passato dei verbi "proverebbe " e "imbatterebbe"?
La ringrazio in anticipo e mi complimento con lei per la sua sapienza linguistica.
Michele Grillo
Sí, cortese Grillo,
il condizionale passato sarebbe (più) corretto per esprimere il "futuro nel passato".
Cordialmente
FR
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