mi diletto a scrivere favole per bambini, favole che non vengono pubblicate ma fotocopiate e distribuite ai compagni di scuola di mio figlio. L'insegnante e il dirigente scolastico sono, mi sembra, entusiasti dell'iniziativa. Mi rivolgo a lei per un consiglio. Nella mia ultima "fatica", il protagonista cade in un tranello tesogli da una strega cattiva. Vorrei usare un verbo per esprimere il concetto: "tranellare". So perfettamente che non esiste, ma mi piacerebbe adoperarlo. Che ne pensa?
Grazie per l'attenzione e per l'eventuale risposta.
Amerigo T.
Sondrio
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Cortese Amerigo, il verbo da lei proposto esisteva ma è stato relegato nella soffitta della lingua. A mio avviso può "rispolverarlo" e usarlo come e quando vuole. A un eventuale contestatore - per farlo rientrare nei ranghi - può far visitare questo collegamento.
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Comparire - si adopera la forma incoativa in "-sco-" (comparisco) quando significa "far bella figura": questo vestito comparisce bene. Lo stesso discorso vale per il verbo scomparire (far brutta figura): scomparisci sempre davanti agli altri.
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Da "Domande e risposte" del sito Treccani:
PER INDICARE "INTINGERE DI NUOVO" COME È CORRETTO
DIRE: "REINTINGERE" O "RINTINGERE"?
Non essendovi una regola per la selezione della forma del
prefisso indicante ripetizione (re- o ri-), il
consiglio è sempre quello di consultare un buon dizionario. Spesso, però, le
parole meno comuni non vengono registrate nei dizionari, o non in tutti: ridare,
molto comune, si trova dappertutto, mentre reintingere o rintingere no.
Ci affidiamo allora al GRADIT diretto da
Tullio De Mauro, che registra come unica forma rintingere
--------------Rintingere si trova anche nel vocabolario del Tommaseo e "immortalato" in un libro, del 1951, di Arnolfo Santelli.
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