Chi non conosce questo modo di dire di uso prettamente popolare e che serve a “mettere in risalto” l’invidia, la rabbia e altri poco nobili sentimenti che si nutrono nei confronti di qualcuno? Vediamo ciò che dice in proposito il dizionario “BUR”. La bile è un prodotto della secrezione esterna del fegato, molto importante per la digestione, che si raccoglie parzialmente nella cistifellea. Dato il suo colore giallo verdastro, che all’aria diventa quasi nero, la consistenza vischiosa e il sapore amaro, è stata per lungo tempo considerata una sostanza velenosa. La credenza popolare vuole inoltre che in presenza di fattori negativi quali eccessi d’ira, d’invidia e simili possa accumularsi fino a fare esplodere il sacchetto della cistifellea, portando alla morte. Da questa convinzione sono nati vari termini di uso comune come, per esempio, “bilioso” e “fegatoso”. La bile era considerata uno degli “umori” fondamentali tanto da Ippocrate quanto da Galeno, che la situavano nella milza e le attribuivano una grande influenza sul carattere delle persone, ritenendola causa fisiologica della tristezza e della malinconia.
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