giovedì 3 agosto 2023

"Indubbiare"


 Una provocazione linguistica indirizzata ai lessicografi (o vocabolaristi) perché lemmatizzino un neologismo lessicale: indubbiare (non-dubbiare), vale a dire non mettere in dubbio, non dubitare. Poiché questo verbo è inesistente nel lessico italiano si deve ricorrere a perifrasi per esprimere l'idea di indubitabilità. Con somma sorpresa -- "interrogando" Google -- abbiamo visto, invece, che il predetto verbo (indubbiare) esiste ed è immortalato in numerose pubblicazioni (anche di autori... autorevoli). Perché, dunque, non (ri)dargli il posto che merita nei vari dizionari dell'uso?

PS:. Abbiamo scoperto, sempre con sorpresa, che il verbo in oggetto è a lemma nel vocabolario del De Mauro e in quello del Tommaseo (registrato come desueto), con l'accezione, però di "dubitare", "mettere in dubbio" e simili. Essendo un verbo desueto si potrebbe, quindi, "riesumare" e lemmatizzarlo con un altro significato (neologismo semantico): non dubitare, non mettere in dubbio e simili: i giovani non dovrebbero indubbiare le parole degli anziani, avendo, questi ultimi, una maggiore esperienza.

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La lingua "biforcuta" della stampa

VIOLENZA SULLE DONNE

Picchia la ex e il figlio in strada e spintona vigilessa che finisce in ospedale

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Speriamo che prima o poi gli operatori dell'informazione si rendano conto che il femminile di vigile è... vigile, muta solo l'articolo: il vigile, LA vigile. In proposito siamo rimasti esterrefatti  consultando  il DOP, Dizionario di Ortografia e di Pronunzia, alla voce in oggetto. Riportiamo anche la "Nota d'uso" di "Sapere.it": Il nome vigile, secondo le normali regole della lingua italiana, è maschile o femminile secondo se si riferisce a uomo o a donna: il vigile, la vigile. È in uso anche vigilessa, che però può avere anche tono scherzoso o valore spregiativo, come tradizionalmente hanno avuto diversi femminili in -essa. Alcuni poi preferiscono utilizzare il nome vigile al maschile anche per una donna. Si tratta di una scelta che non ha basi linguistiche, ma sociologiche, e che comunque può creare, nel discorso, qualche problema per le concordanze. Il vigile urbano può avere nomi diversi a livello regionale: per esempio ghisa a Milano (per allusione scherzosa al cappello alto e rigido della divisa tradizionale), civico in alcune regioni dell’Italia settentrionale e pizzardone a Roma. Si tratta però di denominazioni antiquate, sempre meno usate se non quando si vuol fare del “colore locale”.


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