Vocabolario: assuefare v.
tr. [dal lat. assuefacĕre, comp. del tema di assuescĕre «avvezzare»
e facĕre «fare»] (io assuefàccio, tu assuefài,
ecc.; coniug. come fare). – Abituare, far prendere
l’abitudine: a. i figli alla vita sportiva; a. la
vista alla luce intensa; a. la mente alla meditazione.
Come rifl. o intr. pron., fare l’abitudine: mi assuefeci presto a quel
clima; s’è assuefatto alle privazioni; con uso più specifico,
acquistare assuefazione: assuefarsi a un farmaco, a una
droga, agli alcolici.
Grammatica italiana Treccani:
I composti del verbo
fare (assuefare, liquefare, rarefare, rifare, stupefare,
tumefare ecc.) seguono la coniugazione del verbo fare : assuefaceva,
liquefaccio, rifacesti, stupefatto. Nella 3a persona singolare dell’indicativo
presente, dall’accentazione ➔tronca,
bisogna usare sempre l’accento grafico: assuefà, liquefà, rifà,
stupefà .
(Il Treccani ha accolto la nostra osservazione e... interverrà)
Sempre sul Treccani leggiamo che «Nelle parole tronche l’accento finale può essere acuto o grave a seconda dei casi: – l’accento è acuto con parole la cui vocale finale è e chiusa: poté, finché, perché, giacché - l’accento è grave con parole la cui vocale finale è e aperta, o, a, i, u: caffè, è, mangerò, dormì, sarà, virtù». Dissentiamo recisamente sull'uso dell'accento grave sulle vocali "i" e "u". Le vocali in oggetto hanno un unico suono, l'accento "naturale", pertanto, è quello acuto: piú; finí.
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La lingua "biforcuta" della stampa
Torino, escursionista di 63 anni muore precipitando in un burrone sulle montagne vicino casa
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Ci ripetiamo. Correttamente: vicino a casa. Crusca: «(...) Quel che è certo è che non si può usare il solo vicino con funzione di locuzione preposizionale: sono da evitare, benché alquanto diffusi persino nei giornali, vicino Roma, vicino casa (recte: «vicino a Roma», «vicino a casa»)».
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Dalle panchine numerate all'acqua gasata alla spina, le promesse surreali di Fortunello
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(Il Treccani ha accolto la nostra osservazione e... interverrà)
Sempre sul Treccani leggiamo che «Nelle parole tronche l’accento finale può essere acuto o grave a seconda dei casi: – l’accento è acuto con parole la cui vocale finale è e chiusa: poté, finché, perché, giacché - l’accento è grave con parole la cui vocale finale è e aperta, o, a, i, u: caffè, è, mangerò, dormì, sarà, virtù». Dissentiamo recisamente sull'uso dell'accento grave sulle vocali "i" e "u". Le vocali in oggetto hanno un unico suono, l'accento "naturale", pertanto, è quello acuto: piú; finí.
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La lingua "biforcuta" della stampa
Torino, escursionista di 63 anni muore precipitando in un burrone sulle montagne vicino casa
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Ci ripetiamo. Correttamente: vicino a casa. Crusca: «(...) Quel che è certo è che non si può usare il solo vicino con funzione di locuzione preposizionale: sono da evitare, benché alquanto diffusi persino nei giornali, vicino Roma, vicino casa (recte: «vicino a Roma», «vicino a casa»)».
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Dalle panchine numerate all'acqua gasata alla spina, le promesse surreali di Fortunello
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Come suggerisce il DOP, Dizionario di Ortografia e di
Pronunzia, meglio gassata.
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La vittima è un 63 anni romano pestato a morte il 30 dicembre
•Donna morta a Ostuni, fermato il marito della vittima
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In lingua italiana (non in "giornalese"): La vittima è un 63enne.
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La vittima è un 63 anni romano pestato a morte il 30 dicembre
•Donna morta a Ostuni, fermato il marito della vittima
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In lingua italiana (non in "giornalese"): La vittima è un 63enne.
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(Per
motivi tecnici e per un periodo non precisabile questo portale verrà
"aggiornato" saltuariamente).
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