lunedì 17 luglio 2017

Sgroi - L'edizione millesimata dello "Zingarelli 2018"



di Salvatore Claudio Sgroi *

 Immancabilmente, anche quest'anno (2017) la Zanichelli ha lanciato, col titolo in copertina lo Zingarelli 2018 (pp. 2690), l'edizione "millesimata" (i.e. 'annualmente rinnovata') del Vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli, a cura di Mario Cannella e di Beata Lazzarini, con una équipe di 300 collaboratori.

Il DVD-Rom che correda il dizionario contiene tra l'altro anche due monumenti della lessicografia storica italiana: il Vocabolario della Crusca (1612) e il Dizionario della lingua italiana di Nicolò Tommaseo e Bernardo Bellini 1861-1879 (8 voll.).

Il 2017 è però per lo Zingarelli un anno storico in quanto, giusto 100 anni fa, usciva a dispense (1917-1921) la prima edizione del Vocabolario «compilato» da un solo autore per la Bietti. E c'è da augurarsi, magari per il prossimo anno, una digitalizzazione di tale edizione da affiancare agli altri due dizionari nel DVD.

Un dizionario è come una "foto" degli usi della lingua infinita di una comunità di parlanti, che vengono così riconosciuti e legittimati nella loro identità culturale. E non può non essere selettivo. Un limite teorico e pratico, questo, di cui l'utente deve tener conto se non vuole andar incontro a delusioni lessicografiche. E nello stesso tempo per non sottovalutare la propria competenza linguistica, superiore e a un tempo inferiore a quella di un dizionario.

Lo Zingarelli registra ben 145mila voci. Definizioni, distinte mediante numerazione, ed esempi (oltre 12.000 quelli letterari di 133 autori dal '200 a Dario Fo) con 45mila locuzioni e frasi idiomatiche, -- sono lo zoccolo duro del dizionario.

Per dare una idea della struttura della lingua il dizionario indica altresì 964 (preziose) schede di «sfumature di significato», ovvero di sinonimi analizzati nelle loro definizioni pur senza esempi (per es. in filosofia assioma è principio evidente, postulato principio non evidente; in religione dogma è principio "indiscutibile").

E ancora ci sono 9.300 «sinonimi», 2.000 «contrari» e 2.500 «analoghi» (p. 9 «cfr.» ma l'accezione è omessa) alla fine del lemma.

Le (utilissime) 118 tavole di «Nomenclatura» ne fanno anche un dizionario analogico (cfr. aeromobile).

E non mancano Appendici di sigle, nomi personali, geografici, abitanti, locuzioni latine (pp. 2635-88).

La variabilità del lessico a livello sincronico (geografico, comprensivo degli elvetismi (p. 3), situazionale, settoriale, registri, ecc.) è indicata mediante opportune «abbreviazioni» e «simboli» (pp. 4-5). Con un rombo sono contrassegnate le parole dell'«italiano fondamentale» (p. 5), ovvero le «circa 5500 parole di uso più frequente» (p. 3).

Una scelta da "nostalgici" della lingua d'antan sono le oltre 3000 «parole da salvare» precedute da un fiore, in quanto scartate a favore di sinonimi più comuni.

La storia del lessico è ricavabile dall'etimologia (diacronica) che segue il lemma, nonché dalle date di prima attestazione del primo significato del termine. Questa edizione si avvale di retrodatazioni e di nuove datazioni, inevitabilmente tacite e non documentate. La datazione di ogni significato, sul modello del DELI di Cortelazzo-Zolli (edito dalla stessa Zanichelli), omessa per «economicità» (pp. 10-11), avrebbe invero comportato un notevole impegno redazionale.

L'etimologia sincronica tende invece ad essere omessa per ragioni di spazio, o perché si presume nota al parlante comune.

La componente normativa-prescrittiva, decisamente di stampo tradizionale, è presente in «Note» che accompagnano i lemmi (per es. una amalgama («scorretto»), qual'è, redarre («da evitare», ecc.).

Questa nuova edizione registra circa 1000 parole o significati nuovi. Il lettore può verificare, anche come utile esercizio cognitivo, il livello di adeguatezza del proprio dizionario confrontando parole e significati presenti in testi che gli capita di leggere. Manca per es. l'espressione lingua di plastica, mentre c'è il tecnicismo plastismo (1993) (o cliché), mancano italiano neostandard (o medio), il punto G, ma ci sono frasi fatte, iperfrequenti, per es. "essere con l'acqua alla gola", "minestra riscaldata", "blitz (di polizia)", "sottoposti al vaglio degli inquirenti", "indagini a 360 gradi", "il lato B (di una donna) «(est., scherz.' fondoschiena')», "essere fuori di testa", "(pubblicità) virale", ecc. Passibili sì di generare fastidio nel lettore e quindi "denunciati" da Rosario Coluccia nella sua rubrica Parole al sole del «Nuovo Quotidiano di Puglia». Ma in quanto frasi fatte punti di riferimento sicuri per i nativofoni e, se note per es. ad un italofono straniero, indizio anche di una buona competenza della lingua.

Una novità dello Zingarelli sono le 115 definizioni a volte "sorprendenti" d'autori eccellenti (già nella precedente edizione). Il che fa dello Zingarelli un testo di lettura (e non solo di consultazione). Alla brillante definizione scientifica di Lingua di Claudio Marazzini si contrappone per es. quella tutta ideologica di Dialetto di A. Camilleri ad usum delphini con la presupposizione dell'affinità pirandelliana: «Cominciai a chiedermi perché l'italiano non mi bastava e studiai come Pirandello faceva parlare i suoi personaggi».

E fa riflettere la definizione, in realtà relativistica, di obiettività di E. Mentana: «Se sei obiettivo sai anche di non essere depositario della verità: puoi inquadrare la realtà che vedi, ma fuori campo resta sempre qualcosa che non sei riuscito a cogliere [...]». Ecc.



* Docente di linguistica generale presso l'Università di Catania

Autore tra l'altro di

--Per una grammatica ‘laica’. Esercizi di analisi linguistica: dalla parte del parlante (Utet 2010);

-- Scrivere per gli italiani nell'Italia post-unitaria (Cesati 2013);

--Dove va il congiuntivo?  (Utet 2013);
-- Il linguaggio di Papa Francesco. Analisi, creatività e norme grammaticali (Libreria Editrice Vaticana 2016)










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