Cortese dott. Raso,
sono un suo “fan”, la seguo dal tempo del “Cannocchiale”. Le scrivo per una curiosità. Leggendo un vecchio libro mi sono imbattuto in un’espressione che non avevo mai sentito: “a giumelle”. Ho cercato nei vocabolari in mio possesso, ma non ho ricavato un ragno dal buco. Può dirmi se esiste e soprattutto che cosa significa?
Grazie e distinti saluti
Rossano P.
Cosenza
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Gentile Rossano, l’espressione esiste, anche se non comune e, di conseguenza, poco conosciuta. Significa “in abbondanza” e indica una quantità di qualcosa che può essere contenuta nel concavo di entrambe le mani accostate. Le copincollo quanto riporta, in proposito, il vocabolario Treccani in rete:
giumèlla s. f. [lat. gemĕlla (manus) «(mano) doppia», femm. dell’agg. gemellus «doppio»]. – Cavità formata dalle mani accostate insieme con le dita riunite e leggermente incurvate verso l’alto; soprattutto nella locuz. fare giumella, e meno com. fare giumelle (delle mani, delle palme): bevono facendo giumella delle palme (Carducci). Anche, quanto entra o può essere contenuto in tale cavità: una g. di riso, di farina, di fagioli, ecc. Come locuz. avv., non com., a giumelle, in abbondanza.
La locuzione si trova in molte pubblicazioni. Clicchi su: https://www.google.it/search?q=%22a+giumelle%22&btnG=Cerca+nei+libri&tbm=bks&tbo=1&hl=it
domenica 16 dicembre 2012
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