domenica 23 luglio 2023

La preposizione "a"

 


Due parole sull'uso corretto della preposizione "a". Probabilmente ci ripetiamo, ma l'argomento ci sembra della massima importanza perché la stampa..., ma non solo. Vediamo, dunque. Quando la predetta preposizione concorre alla formazione di alcune locuzioni avverbiali va sempre ripetuta. Chi vuole usare la lingua correttamente dovrà, quindi, dire e scrivere "a mano a mano"; "a poco a poco"; "a passo a passo"; "a tre a tre"; "a spalla a spalla"; "a goccia a goccia"; "a faccia a faccia" ecc. Chi non ripete la preposizione e dice, per esempio, "corpo a corpo" incorre, se non in un errore, in un gallicismo che in buona lingua italiana è da evitare. Come sono da evitare le espressioni -- anche se cristallizzate nell'uso -- "pasta 'al' sugo"; "gelato 'al' cioccolato"; "risotto 'ai' funghi" e simili. La preposizione "a", in questi casi, va sostituita con la sorella "con" (riso "con" i funghi) in quanto è l'unica autorizzata a introdurre il complemento d'unione. Pasta "con" il sugo, dunque, non pasta "al" sugo, vale a dire pasta "unita" al sugo. E gelato al cioccolato vuol dire che è un gelato "unito" al cioccolato? No, amici, a nostro modo di vedere siamo in presenza di un complemento di mezzo o strumento: con che cosa, con quale ingrediente è fatto il gelato? Con il cioccolato. Probabilmente il solito linguista "d'assalto"-- se si dovesse imbattere in questo portale -- dissentirà e ci invierà i suoi "strali linguistici". Ma tant'è.

***

Una preposizione "sconosciuta": giusta

Forse pochi sanno che “giusta” oltre che femminile singolare dell’aggettivo giusto è anche una preposizione impropria che sta per secondo, conforme, come stabilito e simili: tutto è stato fatto giusta le indicazioni ricevute. È una preposizione non molto conosciuta perché snobbata dalla quasi totalità dei testi grammaticali.

***

Attenzione alle "demolizioni"

Un’interessante disamina del compianto linguista Aldo Gabrielli sul corretto uso del verbo “demolire“.

Demolire ha un preciso significato: “abbattere una massa” (…); quindi “atterrare”, “distruggere una fabbrica, un muro”. Si riferisce a cose materiali. I Francesi, coi loro arditi traslati, lo riferiscono anche alle cose morali, e noi a seguirli.

Chi tenga alla proprietà del linguaggio dica “demolire una casa, un ponte” ma non dica “demolí l’avversario con poche parole“, “mi ha vilmente demolito presso i colleghi” e simili; in questo senso l’italiano ha molti e appropriati verbi: “abbattere, distruggere, disfare, annientare, disonorare, diffamare, screditare, menomare, rovinare, annichilire, stroncare” e vari altri.

***

Aspettare il porco alla quercia

Chi aspetta il porco alla quercia?, come recita il modo di dire che avete appena letto. Coloro che aspettano l’occasione buona per fare qualcosa, in particolare per vendicarsi di qualcuno, partendo dal presupposto che l’occasione prima o poi arriverà. E il maiale che cosa c’entra? L’immagine è quella della persona che sta vicino a una quercia aspettando il porco, che arriverà certamente perché ghiottissimo di ghiande.

***

La lingua "biforcuta" della stampa

"18 anni di noi": il commonte post di Elisabetta Ferracini per il marito scomparso

--------------------

Ancora una prova di quanto andiamo "predicando": gli addetti alla titolazione (o titolatura) non rileggono ciò che scrivono. A meno che "commonte" non sia la sincope di "commovente"  (nel caso ne faremo tesoro) come "dr" è la sincope del latino d(octo)r. Il dr Pompilio riceve solo su appuntamento (dr, tassativamente senza punto finale).










 
 
 
 
 


 
  (Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauraso@hotmail.it)

Nessun commento: