Segnaliamo un dizionario - a nostro avviso - interessante e un "divisore sillabico".
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Il
Devoto-Oli e il Treccani (si sono "copiati"?) ma anche altri
dizionari riportano: de ⟨dé⟩ prep. [lat. de]. – Forma che assume la prep. di quando
è seguita dall’articolo, sia che si fonda con questo (del, dello, della,
ecc.), sia che si scriva divisa (de ’l, de lo, de la,
ecc.) come talvolta nell’uso letter. (è comune, per es., nel Carducci: Tu fior de la mia
pianta, ecc.); è anche usata talvolta nella citazione di titoli che
cominciano con articolo: i personaggi de «I Promessi Sposi».
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Forse siamo
in errore, ma non ci risulta una preposizione "de" in lingua
italiana: la scrizione de il ecc,
come, per esempio, de Il Messaggero, è da ritenere - a nostro giudizio - errata (anche se non mancano casi simili in
letteratura). Lo stesso per quanto attiene a "in" che non si
trasforma in "ne" quando è seguita da un articolo (*ne Il Resto del Carlino). Sembra che il
Dizionario di Ortografia e di Pronunzia sia "dalla nostra parte". Si
veda qui e qui.
1 commento:
Caro dottor Raso,
trovo impropria la definizione di "de" riportata dal Devoto-Oli e dal Treccani, ma trovo altrettanto improprio alterare un nome (quale è il titolo di un'opera o di una testata giornalistica), sottraendo ad esso l'articolo iniziale - che costituisce parte del "nome" stesso - come suggerisce il Dizionario di Ortografia e Pronunzia.
Personalmente, dunque, preferisco salvaguardare l'integrità di un nome/titolo - "I Promessi Sposi", "Il sabato del villaggio", "Il Messaggero",... - anziché rinunciare alle forme "de" e "ne", del resto ampiamente adoperate in numerosi testi letterari.
Cordiali saluti
Ines Desideri
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