martedì 11 novembre 2025

Sgroi – 216 - Sulla diffusione di HAUSBUCH in tedesco


di Salvatore Claudio Sgroi


1. Hausbuch per gli italofoni

Un amico e collega che aveva letto il nostro intervento n. 214“Da Hausbuch a Livre de chevet” lo ha così sinteticamente commentato:

La GGIC a cui ho partecipato è il mio Hausgroßbuch! [‘libro della casa’].


Un secondo collega è invece stato molto più ‘loquace’ al riguardo:


Confesso di non aver mai trovato il termine Hausbuch, che peraltro è perfettamente trasparente. Del resto non mi sembra che il tedesco lasci molte tracce lessicali in italiano, così sui due piedi mi vengono in mente solo cose tipo Leitmotiv. Anche i termini della psicanalisi mi sembra non siano stati trattenuti tali e quali dall'italiano, ma tradotti con molta difficoltà e polemiche.

Hausbuch non mi dice granché, e mi pare sia perfettamente sostituibile. Negli ultimi anni tutte le lingue europee di cultura perdono terreno davanti all'avanzata irresistibile dell'inglese (lingua che amo molto, naturalmente, ma che viene maltrattata a livello mondiale, usata come lingua franca ridotta all'essenziale). […] Ancora nella mia gioventù il francese era molto noto alle persone di cultura, il tedesco aveva acquisito una pessima fama. Nel 1954 stavamo a Verona, e giravano i primi turisti tedeschi, la mia povera mamma reagiva con sincero terrore ogni volta che sentiva parlare quella lingua. Una parente acquisita diede segno di squilibrio mentale negli anni '90 avvisando la vicina di casa che i tedeschi erano per le scale, bisognava nascondere i bambini...”.


In una seconda e-mail, ha così continuato:


Carissimo, come mi conferma una cara amica di madrelingua Hausbuch non è termine di uso frequente in tedesco, può intendersi come 'diario della casa', come la mia amica (già docente di tedesco) aveva in una sua casa in Jugoslavia dove giravano molti amici e parenti che lasciavano traccia scritta della loro presenza e raccomandazioni varie (attenti alla doccia a piano terra ecc.). Una specie di libro degli ospiti (Gästebuch).

Mi sembra cosa assai diversa da livre de chevet che è quello che si tiene sul comodino per rileggerlo continuamente e può essere Proust come la Bibbia. Mi sembra tutt'altra cosa


2. Hausbuch per un tedesco

Un amico tedesco mi ha invece ricordato che “il Duden definisce Hausbuch così:


1. Buch zum häufigen häuslichen Gebrauch: die Bibel, das Hausbuch der Christen. 2. (veraltet) Haushaltsbuch. E cioè: 'libro di casa', caro a ogni famiglia, p.es. la Bibbia. Altro esempio: per i tedeschi Grimms Märchen (Le fiabe dei fratelli Grimm) sono (erano) un Hausbuch perché si trova(va) in ogni famiglia.

Il significato 'libro dei conti', 'libro delle spese' sarebbe oggi obsoleto”.


3. Hausbuch per un austriaco

Un secondo amico, austriasco, ha così commentato:


mi hai fatto imparare una parola tedesca. Non l‘ho mai sentita dalle nostre parti, ma apparentemente esiste. Il DWDS [DWDS – Digitales Wörterbuch der deutschen Sprache] (disponibile in linea, che ti consiglio per il tedesco attuale) scrive:

 

1. Buch, das in vielen Familien vorhanden ist und oft gelesen wird

2. [DDR] Heft mit den Personalien der Hausbewohner


Stammerjohann [nella sua rec. da me citata] aveva dunque in mente il primo di questi significati. La seconda accezione non c’entra con il contesto stammerjohanniano”.


Il DWDS riporta per il significato 1. due ess.: ein Hausbuch für jung und alt e der »Duden« ist ein deutsches Hausbuch geworden, e per il significato 2 altri due ess.: sich ins Hausbuch eintragen e Das Hausbuch führen.


4. Conclusione

Ce n’è insomma abbastanza per aggiornare il Nuovo Dizionario di Tedesco 20092 della Zanichelli, che riporta l’accezione “registro degli inquilini di un condominio”.


Sommario

1. Hausbuch per gli italofoni

2. Hausbuch per un tedesco

3. Hausbuch per un austriaco

4. Conclusione












Altre pubblicazioni di Salvatore Claudio Sgroi:

Per una grammatica ‘laica’. Esercizi di analisi linguistica dalla parte del parlante, Torino, Utet 2010

Scrivere per gli italiani nell'Italia post-unitaria, Firenze, Cesati 2013

Dove va il congiuntivo? Ovvero il congiuntivo da nove punti di vista, Torino, Utet 2013

Il linguaggio di Papa Francesco. Analisi, creatività e norme grammaticaliCittà del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana 2016

Maestri della linguistica otto-novecentesca, Alessandria, Edizioni dell'Orso 2017

Maestri della linguistica italiana, Alessandria, Edizioni dell'Orso 2017

Saggi di grammatica 'laica', Alessandria, Edizioni dell'Orso 2018

(As)saggi di grammatica 'laica', Alessandria, Edizioni dell'Orso 2018

Gli Errori ovvero le Verità nascoste, Palermo, CSFLS 2019

Dal Coronavirus al Covid-19. Storia di un lessico virale, Alessandria, Edizioni dell'Orso 2020

Saggi scelti di morfologia lessicale, Roma, Il Calamo 2021 [ma 2022]

Saggi di morfologia teorica e applicata, Roma, Il Calamo 2021 [ma 2022]

La lingua italiana del terzo millennio tra regole norme ed erroripres. di Claudio Marazzini, Torino, UTET, 2024

Il Papa è infallibile. Lo dice la grammaticapres. di Franco Coniglione, Firenze, Accademia della  Crusca 2025




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