lunedì 28 agosto 2023

Sbagliare è umano ma 'imperversare' è diabolico

 Il linguista Massimo Arcangeli "analizza" l'italiano del libro scritto dal generale Roberto Vannacci.

QUI

 Correggiamo i primi tre strafalcioni:

"Suon di politici" in luogo di fior di politici;

"Imperversare" invece di perseverare;

"Spiaccicano" al posto di spiccicano (anche se non è un buon italiano).

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La lingua "biforcuta" della stampa

Riacquisire voce ed espressioni facciali grazie a un interfaccia cervello-computer. È stato possibile per Pat Bennett, grazie ai risultati di una sperimentazione portata avanti dai ricercatori dell'Università della California. Lo studio su Nature

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Secondo la norma grammaticale: un'interfaccia (con l'articolo indeterminativo femminile apostrofato). Riacquisire? Riacquisisce.


sabato 26 agosto 2023

Whisky e whiski: quale grafia?


N
el nostro volume "S.O.S. Scrittura" si legge: Whisky, voce inglese di provenienza irlandese, 'uisce beatha' ("acqua di vita"). Improvvido qualsiasi tentativo di italianizzazione. Ma navigando in Rete, con sorpresa, ci siamo imbattuti nella grafia "whiski", con la seconda "i" normale.

 


Interno di un bar di Edimburgo


L'Italia che scrive: rassegna per coloro che leggono, ...

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1972 - ‎Visualizzazione snippet

Contenuto trovato all'interno – Pagina 20

Il whiski è vivo nel libro, come è vivo quando lo si gusta. Tutto un mondo ruota attorno al prezioso liquido, dalla produzione dei due tipi fondamentali, alla miscelazione, alla vendita. Non fu sempre facile la vita del whiski , di cui si ...

 A questo punto siamo disorientati. La grafia "whiski" (con la seconda i normale) è errata o no? Chiediamo lumi a qualche illustre anglista.




 






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Una sottigliezza linguistica

La testa e il capo - nell’uso corrente - sono sinonimi; tuttavia c’è - a voler sottilizzare - una piccola differenza. Con il termine “capo” ci si riferisce piú spesso all’anatomia umana, mentre con quello di “testa” ci si può riferire tanto all’anatomia dell’uomo quanto a quella degli animali. Inoltre nelle espressioni di uso comune e in quelle adoperate in senso figurato i due termini (testa e capo) hanno, talvolta, usi completamente distinti e non sempre sono interscambiabili nella medesima proposizione. Qualche esempio. Ricevere un colpo tra capo e collo (e non “tra testa e collo”); andare a testa alta (non “a capo alto”); fare a testa e croce (non “a capo e croce”); testa di rapa (non “capo di rapa”); essere in capo al mondo (non “in testa al mondo”); venirne a capo (non “a testa”); andare a capo; capo d’aglio ecc. Testa e capo, insomma, non sono sinonimi assoluti: occorre tenerlo presente, quando si scrive.


(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauraso@hotmail.it)


giovedì 17 agosto 2023

Il suffisso -ale


 Riproponiamo un nostro intervento del 29 agosto 2020

Dal vocabolario Treccani in rete:

-ale. – Suffisso usato nella terminologia chimica per indicare la presenza, in un composto organico, di un gruppo aldeidico, come in citrale, geraniale, ecc.

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Riteniamo sia il caso di ampliare la "dicitura" del lemma in oggetto perché il predetto suffisso (anche "-iale" e "-uale), dal latino "alis", serve principalmente per la formazione di aggettivi derivati da sostantivi che indicano uno stato, un'appartenenza, una condizione, una relazione: autunnale, collegiale, intellettuale ecc. Si usa anche per formare sostantivi derivati da altri sostantivi: viale, portale, grembiale. Si adopera anche, con valore "accrescitivo", in alcuni sostantivi denominali maschili: piazzale. Certi che la nostra segnalazione sarà tenuta nella dovuta considerazione dai responsabili del prestigioso vocabolario.

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Abbiamo segnalato, di nuovo, il "caso" alla redazione. Vedremo gli sviluppi.


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La lingua "biforcuta" della stampa

Mara Venier, il ritorno a Roma dopo le vacanze in Repubblica Domenicana: «Bèccate sto tramonto»

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Alcuni  operatori dell'informazione dovrebbero ripassare (se non studiare) oltre alla  lingua di Dante anche la geografia. La repubblica in questione si chiama Dominicana (non ha nulla che fare con la domenica).












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Le accademie militari più prestigiose del mondo

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Quanto è "prestigioso" il mondo? Lo sanno solo gli operatori dell'informazione.



 (Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauraso@hotmail.it)

martedì 15 agosto 2023

Buon Ferragosto

 Un sereno Ferragosto alle amiche e agli amici che amano la lingua di Dante e di Manzoni (e aborriscono dai barbarismi, sempre più dilaganti, che inquinano l'italico idioma).




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giovedì 10 agosto 2023

Sgroi - 156 - Sulla "nuova filosofia" della neo-lessicografia

 


di Salvatore Claudio Sgroi

 

1. Un auspicio (difficilmente realizzabile)

Il lettore Teo si auspica da parte mia, dopo quella del Devoto-Oli 2023, del 18 luglio, "anche una recensione del Nuovo Treccani 'monovolume'" (2022).

Che io possa recensire il "Nuovo Treccani 'monovolume'" a c. di G. Patota - V. Della Valle (c. 1000 pagg.), tutto votato alla "parità di genere" con lemmi indipendenti dei lessemi maschili e femminili, lo escludo perché dovrei comprare un testo costosissimo (credo 300 euro), non inviato in saggio dall'editore per recensione.

 

2. Una "nuova filosofia" lessicografica della Treccani

Che questo testo rientri in una "nuova filosofia che vorrebbe diffondere le opere lessicografiche della Treccani a tutti i livelli di istruzione e cultura", come ricordato dal lettore Teo, stando agli informatori in occasione del Salone Internazionale del Libro di Torino 2023, è invero ampiamente contraddetto dal costo non indifferente del vocabolario.

 

2.1. Una politica "democratica"

Una politica invece 'democratica' è stata quella perseguita dalla Treccani del direttore Massimo Braj nel precedente ventennio, con la pubblicazione del Dizionario Treccani a c. di R. Simone (2003, 2009), monovolume, costo 60 euro, o con la straordinaria Enciclopedia della lingua italiana a c. di R. Simone-G. Berruto- P. D'Achille 2011, monovolume, costo (solo) 60 euro (ora anche in rete).

 

3. Lemmario (ridotto) del Nuovo Treccani

Il rilievo ampiamente critico da parte di Teo, docente di filosofia, riguardo al lemmario del Nuovo Treccani, con censura di non pochi termini filosofici come aporia o falsificazione, o ancora olismo, o di linguistica come semiosi, semasiologia, paragrafematico, monema, prefissoide e suffissoide ecc., non può che essere condiviso. E tale censura non è certamente giustificata dalla novità (di superficie) di lemmatizzare i sostantivi maschili e quelli femminili. 




 

lunedì 7 agosto 2023

La vigilessa? Per carità!


S
iamo rimasti basiti -- per usare un termine, oggi, tanto di moda -- consultando il DOP, Dizionario di Ortografia e di Pronunzia, al lemma vigile:

vigile [v&Jile] agg. e s. m. e f. — come sost., femm. vigilessa [viJil%SSa], ma anche (e meglio, quando non sia scherz. o spreg.) (la) vigile.

 Nonostante tutti i linguisti e la stessa accademia della Crusca "condannino" il femminile vigilessa (la forma femminile corretta è la vigile), il predetto dizionario lemmatizza quella errata addirittura come prima occorrenza. Lo stesso dizionario cartaceo, nell'edizione del 1981, non menziona il femminile "vigilessa" ma scrive: "Vigile, aggettivo e sostantivo maschile". Ci auguriamo che i responsabili del dizionario rimedino all'orrore.

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La lingua "biforcuta" della stampa

Trovata la medusa più antica del mondo: nuotava prima che comparissero i dinosauri

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È nata prima la medusa e poi il mondo? I "massinformisti" (operatori dell'informazione) ne sono certi.

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Balenottera azzurra morta trovata spiaggiata sulla costa: è il mammifero più grande della Terra

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Senza commento, per non ripeterci.

 

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I suoi proprietari muoiono sotto le bombe a Mariupol, il cane sopravvive 49 giorni senza cibo e acqua. Ora rivede in Italia la figlia della coppia scomparsa

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Correttamente: senza cibo acqua. Quando si escludono due (o più) cose la congiunzione correlativa corretta (a senza) è né.

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Nuovi escamotagi per truffare gli anziani: ecco cosa è successo ieri nell'ultimo episodio

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Correttamente: nuovi escamotage. L'adattamento italiano di questo termine barbaro (francese) è escamotaggio il cui plurale, naturalmente, è escamotaggi. Quindi o si usa il barbarismo corretto o si italianizza. Luciano Satta si starà rivoltando nella tomba.














(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauraso@hotmail.it)

giovedì 3 agosto 2023

"Indubbiare"


 Una provocazione linguistica indirizzata ai lessicografi (o vocabolaristi) perché lemmatizzino un neologismo lessicale: indubbiare (non-dubbiare), vale a dire non mettere in dubbio, non dubitare. Poiché questo verbo è inesistente nel lessico italiano si deve ricorrere a perifrasi per esprimere l'idea di indubitabilità. Con somma sorpresa -- "interrogando" Google -- abbiamo visto, invece, che il predetto verbo (indubbiare) esiste ed è immortalato in numerose pubblicazioni (anche di autori... autorevoli). Perché, dunque, non (ri)dargli il posto che merita nei vari dizionari dell'uso?

PS:. Abbiamo scoperto, sempre con sorpresa, che il verbo in oggetto è a lemma nel vocabolario del De Mauro e in quello del Tommaseo (registrato come desueto), con l'accezione, però di "dubitare", "mettere in dubbio" e simili. Essendo un verbo desueto si potrebbe, quindi, "riesumare" e lemmatizzarlo con un altro significato (neologismo semantico): non dubitare, non mettere in dubbio e simili: i giovani non dovrebbero indubbiare le parole degli anziani, avendo, questi ultimi, una maggiore esperienza.

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La lingua "biforcuta" della stampa

VIOLENZA SULLE DONNE

Picchia la ex e il figlio in strada e spintona vigilessa che finisce in ospedale

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Speriamo che prima o poi gli operatori dell'informazione si rendano conto che il femminile di vigile è... vigile, muta solo l'articolo: il vigile, LA vigile. In proposito siamo rimasti esterrefatti  consultando  il DOP, Dizionario di Ortografia e di Pronunzia, alla voce in oggetto. Riportiamo anche la "Nota d'uso" di "Sapere.it": Il nome vigile, secondo le normali regole della lingua italiana, è maschile o femminile secondo se si riferisce a uomo o a donna: il vigile, la vigile. È in uso anche vigilessa, che però può avere anche tono scherzoso o valore spregiativo, come tradizionalmente hanno avuto diversi femminili in -essa. Alcuni poi preferiscono utilizzare il nome vigile al maschile anche per una donna. Si tratta di una scelta che non ha basi linguistiche, ma sociologiche, e che comunque può creare, nel discorso, qualche problema per le concordanze. Il vigile urbano può avere nomi diversi a livello regionale: per esempio ghisa a Milano (per allusione scherzosa al cappello alto e rigido della divisa tradizionale), civico in alcune regioni dell’Italia settentrionale e pizzardone a Roma. Si tratta però di denominazioni antiquate, sempre meno usate se non quando si vuol fare del “colore locale”.