martedì 25 novembre 2025

Dove il suono si sposta e il male si estende

 

La nostra lingua, come tutte quelle di lunga tradizione, custodisce lessemi che portano con sé la memoria del greco e del latino. Alcuni di questi, per la loro somiglianza fonetica, rischiano di confondere anche chi ha buona dimestichezza con il lessico. È il caso di metastasi e metatesi: due parole che condividono la radice meta- (“oltre, cambiamento”), ma che divergono radicalmente per significato e campo d’applicazione. La prima appartiene al linguaggio medico e porta con sé il peso di una condizione patologica; la seconda è un fenomeno linguistico che racconta la naturale mobilità dei suoni - o delle lettere - nelle parole. Confonderle non è solo un errore di “precisione linguistica”: significa mescolare ambiti che non hanno nulla in comune, facendo perdere, così, la ricchezza che ciascun lessema custodisce.

Metastasi deriva dal greco metástasis, da methistánai (“spostare, trasferire”), ed è composta da meta- e stásis (“stato, posizione”). In medicina indica la diffusione di cellule tumorali dalla sede primaria ad altri organi, con la formazione di nuove lesioni. L’etimologia conserva l’idea di “spostamento” e “cambiamento di sede”, che in ambito clinico si traduce in una propagazione della malattia.

Metatesi, pure, è di origine greca, metáthesis, da meta- e thésis (“collocazione, disposizione”), ma con un campo semantico del tutto diverso. In linguistica designa lo scambio di posizione di suoni o lettere all’interno di una parola. È un fenomeno naturale, spesso inconsapevole, che può generare varianti dialettali, forme popolari o errori comuni. Alcuni esempi:

La metatesi non è un errore “patologico”: è un processo fonetico che accompagna l’evoluzione delle lingue e che spesso si cristallizza nelle forme ufficiali. Pensiamo a miracolo, che deriva dal latino miraculum, ma che nel volgare ha conosciuto varianti come maraviliameraviglia, con scambi e slittamenti di suoni.

La differenza è netta: la metastasi è un andamento clinico di grande gravità; la metatesi è un fenomeno linguistico che racconta la vitalità e la trasformazione delle parole. La loro somiglianza fonetica ci inganna e ci induce in errore. Occorre prestare molta attenzione, dunque.

Metastasi è migrazione di cellule; metatesi è migrazione di suoni (di lettere): l’una segna la malattia, l’altra la meraviglia mutevole del nostro melodioso idioma.

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C’erano due lettere, la R e la L, che litigavano sempre per chi dovesse stare davanti, finché un giorno decisero di scambiarsi di posto: nacque così una parola nuova, più facile da dire e più dolce da ascoltare. Da allora il popolo ripeté quella forma, e l’antica cadde nell’oblio, perché la lingua segue l’orecchio e ciò che suona meglio resta. Le lettere che si scambiano di posto insegnano che l’errore di ieri è la regola di domani, e la storia stessa ce lo conferma: basti pensare a “miracolo”, dal latino miraculum, che in alcune aree d’Italia si trasformò per metatesi in “maraviglia”, fissandosi poi in letteratura, come in Dante. Così la metatesi non è soltanto un gioco fonetico, ma un piccolo incanto che trasforma l’uso quotidiano in norma, e talvolta la norma in poesia.






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