lunedì 1 settembre 2025

Sgroi - 202 - Il “Dizionario dell’italiano Treccani 100”: una recensione di un testo “inattingibile”

 


di Salvatore Claudio Sgro
i


1. Un anniversario

I 100 anni della fondazione dell' Enciclopedia Treccani di Roma sono stati l’occasione per pubblicare “Il Vocabolario Treccani. Dizionario dell’italiano Treccani 100” a cura di Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, pp. 1280.


2. Specificità del “Treccani 100

L’originalità del “Treccani 100” è quella di essere destinato alla generazione Alpha, nella fattispecie agli under 18, ovvero ai giovani di età compresa tra i 10 e i 17 anni, data la notevole leggibilità ottenuta con la eliminazione di sigle e abbreviazioni tipiche dei dizionari tradizionali, trasformandolo così quasi in un libro di lettura.

C’è però da dire che gli under 18 sono abituati alle sigle e alle abbreviazioni presenti nei social, e che la difficoltà di abbreviazioni come “intr.(ansitivo)”, “tr.(ansitivo)”, “pron.(ominale)” ecc. è dovuta più che altro alla nozione grammaticale di ‘verbo (in)transitivo’, ‘pronominale’ ecc.


3. Il genere femminile avant tout

Una “rivoluzione” del Treccani 100, già rivendicata nel Dizionario Treccani del 2022 a c. degli stessi curatori, sarebbe quella di lemmatizzare nomi e aggettivi, prima al femminile e poi al maschile, in successione alfabetica, p.e. “biologa, biologo”, “ballerina, ballerino”, “notaia, notaio”; ecc.. Come abbiamo più volte in passato illustrato (cfr. da ultimo La lingua italiana del terzo millennio, tra regole, norme ed errori Utet 2024), quella del genere femminile interpretato come scelta anti-sessista, secondo cui il genere grammaticale maschile indicherebbe nei nomi animati il sesso maschile rispetto al genere femminile che farebbe riferimento al sesso femminile, è invero frutto di un equivoco teorico. In realtà, il genere grammaticale sia per i nomi animati che per quelli non-animati ha la funzione di garantire l’accordo grammaticale e di creare coesione e coerenza ai fini della comunicazione.


4. Anti-sessismo lessicale

Pienamente sottoscrivibile è invece la scelta di evitare di indicare le donne tradizionalmente “quando si parlava di cucina, di cucito, di lavaggio di biancheria, mentre gli uomini erano protagonisti del lavoro, della guida della macchina, della lettura di un giornale”, grazie al ricorso di un termine come “persona”.


5. Lessemi offensivi

Non meno condivisibile è la scelta di non eliminare termini indicanti “insulti”, “voci offensive o violente o come residui di una mentalità appartenenti al passato”. Un es. frocio: “Parola volgare e molto offensiva per indicare una persona omosessuale”. Ma questa è la scelta anche di altri dizionari, p.es. lo Zingarelli 2025: “(centr., volg.) omosessuale maschile; frocétto, dim. / frocióne, accr.”; il Devoto-Oli 2025: “region. roman., volg. Omosessuale maschile, dim. frocétto, accr. frocióne”; il Dizionario italiano Sabatini-Coletti di Sabatini-Coletti-Manfredini (Hoepli 2024): “volg. omosessuale maschile, dim. frocétto, accr. frocióne”, ecc.; il De Mauro 2000: “CO[mune] volg., omosessuale maschio, voce roman.”.


6. Frequenza

Il Treccani 100 opportunamente indica con una stellina “le parole di uso più comune e quotidiano” per es. bacio, normale. Non saprei dire in base a quali criteri sono state distinte le parole “più comuni e quotidiane” né quante siano.

Lo Zingarelli ricorre a un “piccolo rombo” per c. 5.400 lemmi di appartenenza all’italiano fondamentale, ovvero ‘lemmi di maggiore frequenza d’uso e maggiore disponibilità’, indicando le fonti.

Il Devoto-Oli da parte sua evidenzia in rosso e sottolineandoli i “vocaboli del lessico di base”, c. 10mila parole, “conosciute e comprese dalla maggioranza dei parlanti italiani”.

Il Sabatini-Coletti segnala invece su “un fondino grigio” “circa 10.000” lessemi disponibili, identificati “a partire da liste di frequenza e studi sulla disponibilità del lessico”, “che si presumono conosciuti e ben compresi da un parlante di cultura media”.

De Mauro 2000 indica c. 7000 parole del “Vocabolario di base”, distinte in voci “FO(ndamentali)”, di “A(lto)U(so)” e di “A(lta)D(disponibilità)”.


7. Ambiti d’uso

Il Treccani 100 come tutti i dizionari segnala gli “ambiti” d’uso, relativi a linguaggi settoriali quali “arte, filosofia, geografia, grammatica, letteratura, matematica, musica, scienze, storia, tecnologia” e non saprei dire quanti siano, né quali siano gli altri. Per il lessema femminicidio, definito “L’uccisione di una donna da parte di un uomo, spesso il marito o il compagno, all’interno di una cultura in cui le donne vengono spesso oppresse e sottoposte a violenza per il loro genere”, indica come marca “cittadinanza”. Che non ci risulta invero molto chiaro.

Negli altri dizionari su citati non viene indicata invece alcuna marca per il termine in questione.


8. Politica linguistica

Se sopra ho più volte affermato di non sapere esattamente che informazioni fornisce il Treccani 100 è perché non possiedo il dizionario, i cui dati su indicati ho tratto dall’art. di Paolo Conti apparso in “La Lettura. Corriere della Sera” del 10 agosto 2025. Dove si indica anche che il costo del Dizionario è di appena “300 euro”. C’è da chiedersi quanti under 18 siano in grado di investire tale somma in un dizionario, mentre Zingarelli o Devoto-Oli o Sabatini-Coletti sono decisamente molto più economici, e con un lemmario più ricco, rispettivamente 145mila lemmi, “oltre 110mila lemmi”, 115mila lemmi e il De Mauro 129.432 lemmi.


Sommario

1. Un anniversario

2. Specificità del “Treccani 100

3. Il genere femminile avant tout

4. Anti-sessismo lessicale

5. Lessemi offensivi

6. Frequenza

7. Ambiti d’uso

8. Politica linguistica



















(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)


Nessun commento: